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Il Messaggero Veneto 05-09-2001

Svolta a Nord-Est dopo una serie di incontri tra i presidenti delle giunte e i coordinatori regionali di Forza Italia

«Friuli e Veneto verso l’integrazione»

Tondo: ho chiesto di far parte di un progetto comune. Saro: o ci alleiamo o saremo residuali

TRIESTE – Il Friuli-Venezia Giulia deve legarsi al Veneto, altrimenti non riuscirà a combinare nulla nello scacchiere nazionale ed europeo. Lo proclamano il presidente della Regione Renzo Tondo, il coordinatore regionale di Forza Italia Ettore Romoli, e Ferruccio Saro, da sempre grande tessitore della politica locale. Negli scorsi giorni ci sono stati incontri tra i presidenti Tondo come Galan, tra Romoli e il suo omologo veneto Giorgio Carollo.

E altri ancora si succederanno entro la settimana. Un'accelerazione improvvisa, tutta colorata d'azzurro, che appare un po' in controtendenza con le dichiarazioni di pochi giorni fa. Per intenderci, quelle della "guerra a Venezia", delle proteste contro Galan che aveva escluso Autovie Venete dal passante di Mestre e nemmeno invitato un rappresentante della regione contermine all'incontro con Berlusconi e Bossi a palazzo Labia.

Quelle del Veneto che sosteneva Giancarlo Elia Valori in Autovie, e quindi doveva venir punito con la revisione dei patti parasociali, e il ridimensionamento della sua rappresentanza nel cda. All'improvviso tutto sembra cambiare. Scoppia il feeling con il leone di San Marco, perché Galan è una persona, e il Veneto una realtà territoriale ed economica da cui dipende il futuro del Friuli-Venezia Giulia, si spiega. La stessa specialità potrebbe venir rimodellata (che il presidente si è già dichiarato disponibile a rinegoziare), dovrebbe venir rimodellata in maniera da renderla più adatta alla collaborazione con i vicini.

Renzo Tondo non intende rilasciare dichiarazioni, né su questo, ne su altri argomenti. E' troppo impegnato, e ne ha abbastanza della sovraesposizione mediatica che l'ha colpito da alcuni giorni a questa parte. Ma alcune cose le ha già dette all'autorevole "Sole 24 Ore", il quotidiano della Confindustria: «Il Veneto è una vera potenza economica. Per questo chiedo al presidente Galan di far parte di un progetto di crescita comune». E, come detto, ha avuto con il collega contatti che si ripeteranno a giorni. Parlano invece Ferruccio Saro ed Ettore Romoli, assolutamente convinti della bontà dell'operazione.

«Il contenzioso con Galan sul passante speriamo si risolva presto. Ma quello è un caso isolato, mentre il discorso della collaborazione è molto più ampio. Oggi c'è il problema delle nuove funzioni, sostanzialmente legate alle macroaree, quindi il problema di una forte integrazione con il Veneto si pone come prioritario.

L'iniziativa in questo senso del presidente Tondo è intelligente quanto necessaria», dice Ferruccio Saro. «Senza un'alleanza ci condanneremmo a svolgere una funzione residuale, mentre loro probabilmente non andrebbero da nessuna parte. Dobbiamo trovare piattaforme comuni, che possibilmente includano anche il Trentino-Alto Adige, per presentarci assieme alla contrattazione con lo Stato centrale. E questo vale anche per i rapporti con Slovenia, Carinzia, Stiria: prima si individuano posizioni comuni con il Veneto, poi ci si confronta con loro».

In quanto alla specialità, se Tondo intervistato da Il Sole 24Ore dice che «sono laico e questo tema per me non è né un totem, né un tabú», per Saro «la si potrebbe ripensare». Il "dottor sottile" aggiunge: «E' prevista costituzionalmente, ma le garanzie assicurate dall'autonomia prevedono meccanismi così farraginosi, a partire dalla Paritetica, che spesso le Regioni ordinarie ci scavalcano. Così la specialità sarebbe il caso di renderla più agile, e anche funzionale a questa collaborazione. Io sono stato sempre attento ai rischi di una subordinazione al Veneto, ma oggi sono convinto che se non troviamo un accordo, su base di pari dignità, rischiamo davvero di non contare nulla».

«Ci manca la massa critica per poter pesare in uno scenario che si sta globalizzando sempre più. E la politica isolazionista ha fatto il suo tempo. In passato è stato giusto lottare contro le pretese egemoniche del Veneto, adesso credo sia il momento di cercare una collaborazione. In piedi, faccia a faccia, non in ginocchio, va da sé. Dovessimo fare la guerra tra le due Regioni, ci rimetteremmo entrambi, ma avremmo più da perderci noi, che abbiamo dimensioni e potenzialità economiche nettamente inferiori», riflette invece il coordinatore regionale forzista Ettore Romoli. «E' un percorso difficile, che contiene dei rischi.

Ma dobbiamo affrontarlo perché una sterile posizione di chiusura sarebbe più rischiosa ancora. Chiaro che se dall'altra parte si volesse prevaricare, andrebbe tutto a carte quarantotto. Ma dai primi contatti che ci sono stati tra i presidenti Galan e Tondo, e da quelli tra il sottoscritto e Giorgio Carollo, responsabile azzurro per il Veneto, mi pare che i segnali siano incoraggianti».

C'è ancora un'incognita, però. E tutta locale. A pilotare l'avvicinamento alla laguna sinora è stata Forza Italia. An e Lega, almeno ufficialmente, non sono stati coinvolti. «L'idea è nostra, e spetta a noi verificare se si tratta di sogni o di prospettive concrete», commenta Romoli. «Però sono certo che, se gli esiti di questi abboccamenti risulteranno buoni, avremo l'appoggio degli alleati della Casa delle libertà, che coinvolgeremo per elaborare una strategia comune».

Luciano Santin