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Il Messaggero Veneto 29-09-2001

Accolta la proposta del ministero del tesoro: al Fondo di rotazione grandi possibilità di intervento

L'Ue apre il Frie alle grandi imprese

Terpin: in otto mesi il portafoglio domande è raddoppiato. La competizione con Friulia

TRIESTE ­ Buone notizie da Bruxelles per le grandi imprese della Regione. La Comunità Europea, infatti, ha accettato la proposta formulata dal Ministero del Tesoro italiano, con la quale vengono introdotte misure nuove per quanto riguarda l'operatività del Frie, il fondo di rotazione, che ne consentono l'ampliamento anche alle grandi imprese, senza per questo infrangere le regole della libera concorrenza. Il fax è arrivato alla rappresentanza italiana a Bruxelles nei giorni scorsi e da lì è stato inoltrato all'ufficio Affari Europei della Regione Friuli-Venezia Giulia. Spetterà adesso al Ministero del Tesoro rendere concrete le modifiche, trasferendo i criteri accolti dalla Comunità in una apposita delibera che, dopo l'approvazione del Cipe, avrà valore di legge.

L'avvocato Emilio Terpin, presidente del Fondo di Rotazione per le Imprese Economiche dal marzo di quest'anno, interpellato sulla questione, ha auspicato tempi brevi per l'iter burocratico che il Ministero del Tesoro dovrà avviare «per consentire finalmente l'ampliamento dell'operatività del Fondo».

«Ci sono una serie di importanti situazioni imprenditoriali - ha detto Terpin - momentaneamente "congelate", proprio in attesa del parere dell'Unione europea. Un quadro legislativo con maggiori certezze e senza la spada di Damocle dei ricorsi, non può che essere salutato con favore da tutto il Consiglio di Amministrazione del Frie, ma soprattutto dagli imprenditori». Istituito nel 1955, con un'operatività iniziale limitata ai territori giuliano e isontino il Frie dopo il terremoto del 1976, ha ampliato il suo raggio d'azione anche alla provincia di Udine. Oltre mille e 700 i miliardi amministrati fino ad ora, alimentati per il 54% da fondi regionali e per il restante 46% da erogazioni statali. Dopo una fase di sofferenza, relativa al periodo '98-99, arco di tempo durante il quale è stato gestito, in regime di supplenza da Bruno Longo, il Fondo ha recuperato terreno anche grazie a una serie di "correttivi", fra i quali l'elevanzione della copertura offerta agli interventi nel settore del turismo, copertura passata dal 50 al 70%.

In crescita costante l'operatività: dai 19 mutui concessi nel 1956, primo anno di attività, il Fondo è arrivato ai 156 del 2000, per un importo, sempre riferito allo scorso anno, che supera i 300 miliardi. Una crescita che non accenna a diminuire, visto che anche per l'anno in corso, i numeri sono di non poco conto. «Il portafoglio domande - ammette il presidente Terpin - nel gennaio di quest'anno contava 158 richieste, salite a 247 a fine giugno e arrivate a 312 alla fine di agosto».

Un incremento ulteriore delle potenzialità del Frie, arriverà non appena sarà concluso il processo di regionalizzazione del Fondo, che consentirà il trasferimento alla Regione, degli 800 miliardi in capo allo Stato. L'operazione, resa possibile dalla legge Bassanini che si occupa del conferimento di funzioni alle regioni, fin dal lontano 1997, in realtà non è mai stata portata a termine, nonostante le numerose sollecitazioni provenienti dal mondo imprenditoriale del Friuli-Venezia Giulia. «Probabilmente - conclude il presidente Terpin - la regionalizzazione del Frie sarà completata parallelamente al riordino complessivo del sistema creditizio regionale. In questo modo, infatti, sarà più facile evitare sovrapposizioni di compiti fra le diverse strutture, ottimizzando l'uso delle risorse».

Raffaella Mestroni