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Il Piccolo 06-10-2001

Export del Fvg negli States, business da 1221 miliardi

TRIESTE - Il 7% dell'export del Friuli-Venezia Giulia finisce negli Stati Uniti per un valore di 1221 miliardi su di un fatturato complessivo di 17.375 miliardi. Il dato proviene da Unioncamere secondo cui il protrarsi della crisi internazionale potrebbe mettere a rischio il 10% delle esportazioni italiane verso gli Usa, per un valore che si aggira intorno ai 52 mila miliardi di lire. A soffrire di più della crisi del dopo 11 settembre potrebbero essere proprio quei prodotti del made in Italy da sempre in pole position negli indici di gradimento dei consumatori statunitensi, e cioè gli articoli di oreficeria e le calzature. Tra i settori maggiormente esposti figura anche quello del turismo, con annesso indotto. A soffrire della contrazione della domanda dell'area Nafta (Usa, Canada e Messico) in generale «c'è l'industria di qualità, e quindi il 33% dell'export di articoli di oreficeria, il 18% delle calzature, il 17% del mobile e, in totale il 10% del nostro export».

Le ripercussioni dell'11 settembre sull'economia in Friuli-Venezia Giulia non sono altro che lo specchio di quanto avviene dunque in tutta Italia. In particolare nel settore del turismo sono a rischio 3500 miliardi e quasi 6.000 posti di lavoro. Lo denuncia la Fiavet, la Federazione italiana agenzie di viaggio. Le agenzie e i tour operator sono 6500 e ci sono in Italia 8500 punti di vendita, che danno lavoro a 35.000 addetti per un volume d'affari che nell'anno 2000 è stato pari a 25.000 miliardi.

Non si ride neppure sul fronte delle compagnie aeree. Anzi. Persino le compagnie arabe avranno ripercussioni negative dall'attacco alle Twin Towers. Le compagnie prevedono di perdere sino a 10.000 miliardi di dollari, oltre 20.000 miliardi di lire entro la fine dell'anno. Lo ha reso noto Abdel Wahab Teffaha, segretario generale dell'agenzia che raggruppa 20 compagnie di bandiera di Paesi arabi. Tra l'altro, questa volta, a peggiorare le cose, c'è che il conflitto non è limitato ad una area del Golfo come nell'agosto del '90 e che ogni giorno ci sono allarmi-bomba a Londra o a Parigi.