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Il Piccolo 23-02-2002

Avanzate trattative fra i soci della Tict e Pierluigi Maneschi, agente per l'Italia del colosso taiwanese. Si discute già di quote e di prezzo delle azioni

Singapore ed Evergreen alla conquista del Molo VII

La società che gestisce il terminal è stata ricapitalizzata. L'accordo potrebbe venir perfezionato in aprile

Parisi esclude un'uscita completa dalla compagine societaria ma precisa che sulla ripartizione delle azioni tutte le soluzioni sono possibili

La battaglia di Psa-Sinport ed Evergreen per conquistare il Molo Settimo, in atto quantomeno da ottobre, quando il presidente dell'Authority Maurizio Maresca annunciò in Consiglio comunale l'esistenza di trattative, si fa sempre più accesa. Le parti già parlano di quote e di prezzo delle azioni. «Credo che se vogliono far entrare Psa-Sinport ed Evergreen nella Tict, il modo lo troveranno. Tutta questa storia è nata per farci perdere la pazienza e cacciarci». Parole pesanti, queste di Bruno Korelic, presidente di Luka Koper, che danno la misura degli interessi in gioco. Korelic, però, non le ha pronunciate ieri, ma all'inizio di gennaio, quando si è rivolto al nostro giornale per replicare alle accuse lanciate ai gestori del Molo Settimo dal presidente dell'Authority Maresca, attraverso le pagine del quotidiano lubianese «Delo».

Ieri Korelic non era disponibile. Luka Koper ha però fatto sapere che nell'eventualità che Evergreen, Lloyd Triestino, Psa (Autorità portuale di Singapore) o Sinport manifestassero interesse alla gestione del Molo Settimo «gli attuali soci della Tict deciderebbero insieme sulla questione». Dal canto suo il presidente del Lloyd Triestino e agente per l'Italia di Evergreen, Pierluigi Maneschi, nega qualsiasi trattativa: «Non è vero niente. Non ne sappiamo nulla. Come Evergreen non ne siamo coinvolti». E' noto peraltro che Evergreen è interessata ad entrare nella Tict per ottenere la gestione diretta del terminal. Non per nulla, come già riportato dal nostro giornale, la scorsa settimana il quotidiano britannico Lloyd's List ha pubblicato un servizio in cui lo stesso Maneschi lamenta la scarsa produttività del Molo Settimo. Nell'articolo si parla dell'intenzione del Lloyd di abbandonare il terminal e di trattative con l'Authority per realizzarne uno nuovo, riservato alle unità di Evergreen e gestito in maniera autonoma. Ma questo nuovo terminal non sarebbe pronto prima di due, tre anni.

Proprio in questi giorni il Molo Settimo sta soffrendo problemi operativi. Dall'altra notte il turno notturno è sospeso. A fronte dell'interruzione della trattativa sul contratto integrativo, da parte della Tict, il comparto operativo ha risposto sospendendo per questa settimana gli straordinari, sui quali si basa il lavoro notturno. L'altra notte e quella scorsa il terminal si è quindi fermato. A farne le spese, proprio una nave di Evergreen, l'Ever Globe. I soci della Tict (Luka Koper, Parisi e l'Impresa portuale Trieste) sembrano intanto decisi a vendere cara la pelle. Qualche giorno fa si è conclusa la ricapitalizzazione della società che gestisce il terminal: le tre società hanno confermato le proprie percentuali e versato le relative quote, per riportare il capitale sociale ai 6 miliardi iniziali dopo le perdite del primo anno.

Nell'eventualità della vendita di quote azionarie, la Tict non sembra comunque intenzionata a incassare solo il valore nominale. Pare stia cercando anche di recuperare i 4 miliardi di perdite. Proprio per questo negli ultimi giorni le trattative sono riprese con maggior vigore, con particolare enfasi sul prezzo delle azioni. Guarda caso, Francesco Parisi conferma di aver incontrato Pierluigi Maneschi. «Abbiamo costantemente rapporti con il Lloyd Triestino», sottolinea Parisi. Ma subito aggiunge: «Lunedì scorso ho visto Maneschi. Si è discusso di vari argomenti, compreso il Molo Settimo. E' un anno, del resto, che si parla di allargamento della compagine sociale». Ma se Psa ed Evergreen entreranno nella Tict, dovranno calare le vostre quote e quelle di Luka Koper. «Tutte le soluzioni sono possibili, nessuna esclusa», risponde Parisi, avvertendo però che le azioni della Tict non possono essere comprate e vendute liberamente. «Le modifiche nel consiglio di amministrazione devono poi essere approvate dal Comitato portuale».

Siete intenzionati a uscire dalla società? «Non si è mai posto il problema di una nostra uscita integrale - precisa ancora Parisi - anche se fin dall'inizio ci siamo detti disponibili a ridurre la nostra quota se ciò avesse potuto giovare alla società». Sui tempi di un possibile accordo con Psa ed Evergreen, c'è già chi parla della fine di aprile, quando la Tict sarà chiamata ad approvare il bilancio. Ma a causa dell'indagine avviata dall'Authority a carico di questa società, che richiederà ancora qualche mese, la stessa Authority non sembra vedere bene un cambio nella compagine sociale. E ciò costituisce è un problema, quantomeno di tempi, anche per Psa ed Evergreen.

Giuseppe Palladini