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Il Gazzettino 17-04-2002

I Dissidenti

Il "Triangolo della sedia" non rallenta il ritmo

Manzano - Il Triangolo della sedia guarda da lontano alla manifestazione di Udine. Il grande movimento di protesta che ha portato in piazza migliaia di lavoratori coinvolgendo i vari settori della produzione e il terziario del Paese, non mette radici nel manzanese dove la protesta sull'articolo 18 fa breccia unicamente nelle aziende medio grandi e nel solo settore della produzione. le piccole imprese e gli uffici ieri hanno regolarmente operato. In genere, ditte che contano su 30 o 40 dipendenti - come Fedele, Forlegno e Italcurvati - non hanno subito rallentamenti. Le prime adesioni piuttosto consistenti alla protesta si sono verificate solo in alcune aziende con almeno 50 lavoratori, toccando in ogni caso solo l'ambito produttivo.

Partendo dalla convinzione - pressoché comune - che l'esigenza di lavorare e mantenere il posto di lavoro superano le motivazioni della protesta, l'interesse al tema dell'articolo 18 non è del tutto mancato vista anche la partecipazione dei lavoratori, nei giorni scorsi, ad alcune assemblee. Secondo l'opinione del titolare della Golden Baby, con quasi tutti i dipendenti al lavoro «ciò che occorre è una maggiore flessibilità, simile al modello americano, anche per dare più spazio ai giovani desiderosi di trovare un impiego. Una serena discussione tra le varie parti in gioco, piuttosto di una netta chiusura, può certamente essere più utile e vantaggiosa per tutti». Anche Elena Valentinuz, dipendente della stessa ditta, ha le idee chiare in merito: «È giusto che chi desidera lavorare sia messo nelle condizioni di poterlo fare: se riformato nella maniera corretta, l'articolo 18 può dare spazio proprio a coloro che hanno buona volontà».

Sulla stessa scia si pone Bruno Minotti, titolare della Zilco due, che su 30 dipendenti non ha avuto alcuno scioperante, il quale aggiunge che «il vero problema sono le trattenute fiscali: se i salari ne subissero in maniera minore, sicuramente la questione avrebbe contorni meno drastici». Invece c'è chi il problema se lo pone in modo diverso: Roberto Della Vedova, dipendente della Cabas, crede solo all'utilità proprio lavoro; allo stesso modo di Claudio Baulini, che opera alla Sedie Friuli. Le aziende a conduzione familiare, come ad esempio la Vibiemme e la Buiani due, non hanno subito sostanziali rallentamenti. Infine, nelle imprese "minori" la partecipazione allo sciopero è stata nulla. Ciò anche perché le stesse non sono interessate ai cambiamenti in atto per l'articolo 18 che coinvolge solamente le ditte dotate di un numero di dipendenti superiore alle 15 unità.

Francesca Bosco