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Il Piccolo 11-02-2002

Sciopero generale in attesa della decisione del governo, chiamato a nominare il commissario che eviterebbe la chiusura dello stabilimento Burgo

La Carnia si ferma per salvare la «sua» Cartiera

La procura di Tolmezzo mira a portare in giudizio Antonione, otto assessori e un sindaco

TOLMEZZO - Oggi la Carnia si ferma per otto ore. Le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil, infatti, hanno proclamato lo sciopero generale a difesa della Cartiera Burgo, storica azienda di Tolmezzo la cui attività produttiva è ferma da una settimana a causa dei provvedimenti adottati dalla Magistratura del capoluogo carnico per le irregolarità negli impianti di depurazione delle acque. «La Carnia, che ha pagato prezzi elevatissimi in termini di emigrazione, depauperamento sull'altare dello sviluppo del paese - secondo le organizzazioni sindacali - non può essere chiamata a pagare altri prezzi. La possibile chiusura della cartiera rappresenterebbe un colpo mortale all'intera economia locale».

Per questo Cgil, Cisl e Uil chiedono l'adesione ed il sostegno di tutte le forze politiche economiche e produttive, degli studenti e dei cittadini. Alle istituzioni, inoltre, i lavoratori, ieri impegnati nella seconda domenica di mobilitazione dopo i provvedimenti dell'autorità giudiziaria (il lavoratore impegnato nello sciopero della fame da giovedì ha invece sospeso la protesta), chiedono un urgente provvedimento ministeriale che consenta l'immediata ripresa dell'attività produttiva e una soluzione definitiva, entro tempi rapidi e certi, dell'annoso problema ambientale.

Per la soluzione, anche se provvisoria, della questione i riflettori continuano a essere puntati sulle decisioni del Consiglio dei ministri di giovedì prossimo. Se da Roma arriverà il via libera per lo stato d'emergenza e la successiva nomina del commissario «ad acta», l'attività produttiva potrebbe riprendere presto, anche se questo non vorrebbe certo dire il congelamento dell'inchiesta della procura della Repubblica di Tolmezzo. L'indagine, anzi, è stata divisa in due tronconi. Per quanto riguarda i reati di tipo ambientale, il sostituto procuratore di Tolmezzo Elena Teatini ha nel frattempo annunciato che chiederà, quando ci sarà un'udienza davanti al Gup, il rinvio a giudizio di 14 persone, in pratica tutti i destinatari degli avvisi di garanzia della scorsa settimana tratte uno, il responsabile dei controlli dell'Azienda Sanitaria Paolo Pischiutti. Si tratta dell'ex presidente della giunta regionale, Roberto Antonione, dell'allora assessore alla Sanità Renzo Tondo e degli assessori Aldo Ariis, Sergio Dressi, Paolo Ciani, Franco Franzutti, Giorgio Pozzo, Valter Santarossa e Maurizio Salvador, tutti componenti della giunta regionale che nel 1998 prorogarono con una delibera l'autorizzazione al Comune di Tolmezzo di far defluire gli scarichi inquinati derivanti dalla lavorazione della cellulosa nel depuratore comunale.

Il rinvio a giudizio, poi, verrà chiesto anche per il sindaco di Tolmezzo, Sergio Cuzzi, per il tecnico comunale, Valentino Pillinini, per il direttore della Burgo, Mauro Saro, per il direttore del Consorzio depurazione Alto Tagliamento, Gianfranco Turchetti e la gestrice Antonietta Pevere. Per tutti questi l'alternativa al processo potrebbe essere, però, un semplice decreto penale di condanna. Altra cosa, invece, è il filone dell'inchiesta tesa a far luce su possibili reati di abuso d'ufficio e che viene direttamente gestita dal procuratore capo di Tolmezzo Enrico Cavalieri.

La Magistratura, dunque, continua le indagini, mentre oggi la parola tornerà ai lavoratori e allo sciopero generale, che avrà il suo culmine dalle 10.30 a Tolmezzo con la manifestazione che partirà da via Carnia Libera e interesserà il centro del capoluogo carnico.

Antonio Simeoli