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Il Piccolo 10-02-2002

FIUME - Un buco da 111 milioni di euro registrato dagli stabilimenti del capoluogo quarnerino e di Spalato

Cantieri navali, bilanci in rosso

Ma per il direttore del Tre Maggio la situazione «non è drammatica»

Intervento del Fondo per le privatizzazioni: «Se i revisori dei conti confermeranno le cifre del disavanzo, chiameremo a rispondere il management»

FIUME - Cantieri navali di Fiume e Spalato, un buco da 111 milioni di euro. Sarebbero addirittura scioccanti le nuove perdite fatte registrare dai due importanti stabilimenti che, assieme al polese Scoglio Olivi e al cantiere di Traù, costituiscono la crema della cantieristica croata. Stando a quanto riportato dal giornale Novi List, che si richiama ad anonime fonti governative, l'arsenale fiumano patirebbe un disavanzo di 49 milioni di euro, quello dalmata sarebbe invece alle prese con passivi per 62 milioni. Una situazione che sembrerebbe molto pesante, anche se già arrivano le prime parziali smentite. A prestare ascolto al direttore generale del fiumano Tre Maggio, Zdenko Marcelja, i conti in rosso per 49 milioni non sono un' invenzione giornalistica, ma riguardano però l'andamento per tre anni.

«La cifra è esatta - spiega -, però il nostro management aveva l'obbligo di fornire alla proprietà, ovvero al Fondo statale alle privatizzazioni, il resoconto sul passivo che il cantiere è destinato ad avere. I 49 milioni sono pertanto il quadro del deficit per il 2001, per quest'anno e per quello prossimo. Certo, si tratta di una somma molto alta, ma posso dire che la situazione al Tre Maggio non è drammatica come può apparire d'acchito». Al cantiere quarnerino, a prescindere dall'ammontare del passivo, il registro delle ordinazioni è pieno fino al 2004.

La notizia pubblicata dal quotidiano fiumano non ha naturalmente colto impreparato il presidente del Fondo alle privatizzazioni, Hrvoje Vojkovic, che però attende la relazione dei revisori per sapere l'esatto stato di salute dei due cantieri. «Se i revisori confermeranno queste incredibili cifre - sottolinea - è sicuro che richiamerò alle loro responsabilità i due management e pretenderò che spieghino le cause delle eventuali perdite. Dobbiamo sapere come mai il sistema della cantieristica, con le dovute eccezioni, riesca a produrre simili disavanzi». E le eccezioni prendono il nome di Scoglio Olivi e cantiere Brodotrogir di Traù, stabilimenti che dopo il processo di risanamento governativo operano in attivo. Specie il colosso istriano ha dimostrato di essere un partner di sicuro richiamo anche per gli armatori stranieri.

a. m.