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Il Messaggero Veneto 05-11-2001

Il presidente Tondo avvia le consultazioni con i colleghi di giunta per rientrare di 343 miliardi

Bilancio, oggi i tagli agli assessorati

Arduini: ciascuno dovrà rinunciare a 49 miliardi. Sanità ed enti locali non si toccano

TRIESTE - Comincia stamani a Trieste la "processione" degli assessori dal presidente Renzo Tondo e dall'assessore alle Finanze Pietro Arduini, per definire la ripartizione dei fondi del bilancio 2002 ai vari dicasteri. Una trattativa che si preannuncia difficile, considerato che Arduini prevede di dover tagliare 343 miliardi, con un "sacrificio" personale, per i colleghi di giunta, di 49 miliardi ciascuno, fatta eccezione per gli enti locali e la sanità, i due ambiti che non saranno toccati.

Nelle dichiarazioni generali, la giunta si è detta pronta ai tagli. Tutti consapevoli della gravità del momento, del fatto che il piatto regionale piange, che il rigore e i sacrifici sono ineludibili. Ma poi, all'atto pratico, riserve e distinguo si sono sprecate, e oggi il lavoro di Tondo e di Arduini non sarà dei piú agevoli. Come sempre in questi casi, sono scattate le sindromi da primogenitura verso gli "assessorati protetti", le diffidenze verso quelli che vorrebbero fare i furbi. E pressoché ogni area, ogni voce di spesa, è proclamata strategica, fosse pure quella per le ronde, per le farfalle, per le insegne autoctone.

Tra i piú esposti in fatto di richieste di finanziamento c'è l'assessore all 'Industria, Sergio Dressi, cui si imputa uno sforamento del budget di un'ottantina di miliardi. Lui replica che è titolare di tre direzioni pesanti, tutte legate allo sviluppo e si dichiara pronto allo sconto, purché l'esecutivo assuma una responsabilità comune e motivata di fronte agli imprenditori.

Nel mirino c'è poi Alessandra Guerra, titolare di quella Cultura che non si pesa e non si mangia, e quindi verrebbe considerata come effimero. La vicepresidente, rimasta nelle sue richieste entro il dato per il 2001, ha trovato un difensore d'ufficio nel suo predecessore Franco Franzutti, ora titolare di Trasporti e Viabilità: «Vogliono sacrificare le iniziative dirette varate lo scorso anno, , o almeno tagliare tre miliardi su cinque. Sarebbe un grosso errore, perché i risultati erano stati ottimi». Quanto all'assessorato ai trasporti, Franco Franzutti ha rilevaoto che «non si può tagliare un pezzo di strada, magari sei chilometri invece di sei. Certo, la si può sopprimere completamente: ad esempio, facendo la scelta politica di rinunciare alla Pedemontana, o di uscire dal passante di Mestre: ne risparmieremmo, di soldi, ma si sa che le infrastrutture sono più strategiche di tante altre cose, industria inclusa. Senza vie di comunicazione l'imprenditoria muore».

«Arduini, ci ha spiegato l'impossibilità di dare una lira in più rispetto allo scorso anno e le mie direzioni hanno già provveduto a tagliare un buon 5% delle richieste - è stato il commento dell'assessore all'Agricoltura, Danilo Narduzzi - . Quindi, formalmente, io sono nel budget. E ci resterò, finché non ci sarà nessuno che vuol essere più furbo degli altri». Quanto a Paolo Ciani, responsabile di Protezione civile e ambiente, ha ammesso di avere avanzato richieste superiori di circa 20 miliardi a quelle dello scorso anno. Ma ha anche precistao che «non si tratta di un capriccio, né di calcoli levantini. Ci è stata trasferita la competenza sul demanio idrico, settore di cui è inutile sottolineare l'importanza ai fini della sicurezza del territorio. E' vero che in futuro potremo riscuote i canoni dello sghiaiamento, ma ora, per partire, degli investimenti ci vogliono. Io ho rappresentato il fabbisogno a mio avviso inderogabile. Se emergerà l'impossibilità di provvedere, se le priorità scelte collegialmente saranno altre, mi adeguerò. Come tutti, spero: in questo momento va bandita la logica dell'orticello privato. Anche perché, come si è visto, gli orticelli ruotano: uno va a seminare girasoli, e magari poi si ritrova con un carico di rape».