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Il Piccolo 16-10-2001

Nota della Federazione delle associazioni

Beni abbandonati: gli esuli chiedono chiarezza al governo

TRIESTE - Nel mondo degli esuli si avverte un’aria di disorientamento dopo le dichiarazioni di giovedì scorso in consiglio dei ministri del capo della Farnesina, Renato Ruggiero, secondo il quale il governo italiano sarebbe orientato a puntare sugli indennizzi e non sulla restituzione dei beni abbandonati. Disorientamento di cui si fa interprete Guido Brazzoduro, presidente della Federazione delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, con una prudente nota che «non vuol chiudere la porta – dice – alla speranza».

Brazzoduro esordisce scrivendo che «dopo la visita in Croazia e in Istria del nostro Presidente della Repubblica Ciampi, ci aspettavamo da parte del governo italiano comportamenti e contenuti più coraggiosi e concludenti nelle cose che ci riguardano. Abbiamo invece dovuto constatare che il governo ha frettolosamente deciso, senza una doverosa informazione preventiva da noi richiesta, di rinunciare a sostenere le nostre ragioni». Brazzoduro afferma di aver avuto questa sensazione sia dalle notizie pubblicate dal Piccolo, sia da altre fonti e di non essere riuscito a ottenere contatti diretti con il ministro degli Esteri. Brazzoduro prende quindi atto «con amarezza che il governo italiano non è stato capace di far valere con Slovenia e Croazia le obiettive ragioni e i fondamenti di diritto che la Federazione degli esuli aveva esposto con chiarezza e senza possibilità di interpretazioni equivoche per ottenere la restituzione dei beni espropriati dalla Jugoslavia comunista. Ciò senza alcuna discriminazione rispetto agli altri cittadini, sia sloveni o croati, sia stranieri».

Secondo il presidente della Federazione il governo italiano non ha superato il «complesso di Osimo», del trattato cioè che croati e sloveni portano «a giustificazione delle loro ingiuste posizioni». In questo modo, sempre secondo Brazzoduro, l’Italia sta mettendo «sulle sole spalle degli esuli istriani, fiumani e dalmati e dei loro discendenti il peso della sconfitta militare del 1943: siamo noi ad aver pagato con i nostri beni i danni di guerra dovuti dall’intero Paese».

«Se il governo presieduto dall’on. Berlusconi afferma che il problema è soltanto ”italo-italiano” (espressione usata da Ruggiero in consiglio dei ministri, n.d.r.) vuol dire che l’Italia, avendo finora erogato somme nettamente inadeguate al valore solo di una parte dei beni perduti – conclude Brazzoduro – si rende conto di doverlo risolvere con giustizia con le sole proprie risorse, rinunciando alla rivendicazione dei nistri diritti nei confronti della Slovenia e della Croazia».

Mentre le anime più oltranziste della diaspora istriana fremono, il presidente della Federazione attende un incontro con il ministro degli Esteri, Ruggiero, per conoscere con chiarezza la posizione del governo italiano. Ruggiero ha promesso in consiglio dei ministri che l’incontro ci sarà. Ancora una volta agli esuli non resta che aspettare.

Pierluigi Sabatti