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Comunicato 26-08-2001

Barriere architettoniche a Pordenone

Il 3 dicembre è la giornata mondiale per le persone con disabilità, proclamata dall´ONU. Il 3 dicembre 1994 un gruppo di persone con disabilità di Pordenone ha pubblicamente manifestato per rendere evidenti ai cittadini e ai pubblici amministratori le inadeguatezze dal punto di vista dell´accessibilità di una Città che si vuole definire moderna e civile. Ebbene, sono trascorsi quasi sette anni, e i punti di maggiore difficoltà a suo tempo segnalati sono ancora lì.

I pochi cambiamenti nel frattempo intervenuti (per le ragioni più diverse) non hanno cambiato nulla o quasi rispetto al problema accessibilità. L´ex Sindaco Pasini qualcosa ha fatto, gliene dò volentieri atto. Mentre il suo predecessore, recentemente riemerso dal limbo, era prodigo di pacche sulle spalle ma avaro di fatti. Pasini negli anni dal ´94 al ´99 ha messo a bilancio e poi avviato i lavori per l´adeguamento del cosiddetto "arredo urbano". I marciapiedi sono stati dotati di piccoli scivoli e percorrere la città è diventato più agevole.

Peccato che gli ultimi interventi, forse per il cambio di progettista, non siano stati all´altezza. In particolare e come esempio, chiunque può apprezzare l´offensiva inutilità degli scivoli di via Oberdan, di fronte al Centro Servizi della Banca Friuladria. Dicevo che sono passati quasi sette anni, e che i punti di maggiore difficoltà sono ancora tutti lì.Penso che a completamento di questo servizio e affinché ciascuno si possa rendere conto di come le cose sono andate, sia utile riportare pari pari il comunicato stampa rilasciato a suo tempo. Un po´ di storia in questo Paese con scarsa memoria non può fare che bene.

E di passaggio, sommessamente, può sollecitare una presa di posizione della nuova Amministrazione, e la conferma della assunzione di responsabilità che durante la campagna elettorale è stata così ampiamente e ripetutamente dichiarata. Siamo ancora disponibili a collaborare, e a discutere in dettaglio ogni cosa fatta e da fare. Dopotutto, letteralmente, ne va della nostra vita.

JOHN FISCHETTI