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Il Piccolo 27-09-2001

A una settimana dall'assemblea straordinaria che potrebbe portare alla revoca del Cda della concessionaria autostradale, si riducono gli spiragli per una mediazione

Autovie Venete, Tondo chiude la porta a Valori

Il capo dell'esecutivo regionale: «Nessuna trattativa in corso». Decisiva la seduta di giunta di martedì

TRIESTE - Come andrà a finire il caso-Valori? Dopo mesi di braccio di ferro tra il presidente di Autovie Venete e la Regione Friuli-Venezia Giulia, azionista di riferimento della concessionaria autostradale, e dopo l'ormai non più recente «strappo» causato dalle nomine interne non concordate, dare una risposta a tale quesito è quantomeno un azzardo. L'assemblea straordinaria, convocata per il 4 ottobre e da più parti dipinta come «il giorno della resa dei conti», è dietro l'angolo, eppure i segnali che giungono dagli ambienti coinvolti nella «querelle» sono decisamente contrastanti. Per ogni spiraglio che sembra aprirsi, c'è una corrispondente porta che viene sbattuta.

MESSAGGI E SMENTITE. Martedì sera l'amministratore delegato di Autovie Venete, Giovanni Tassan Zanin, aveva affermato: «Il presidente Valori non ha nessuna intenzione di andarsene, ha appena confermato al Consiglio di amministrazione che rimarrà al suo posto. Gli equivoci del passato con la giunta regionale si stanno appianando. Siamo in contatto con il presidente Tondo, risolveremo tutto». Parole tranquillizzanti, smentite però a tamburo battente ieri mattina dal presidente dell'esecutivo in persona: «Non ho idea di che contatti stia parlando Tassan Zanin - sono le glaciali parole di Renzo Tondo -, non ne so assolutamente nulla. Per quanto mi riguarda, non ci sono novità rispetto a quando ho definito "chiusa" la questione». Ovvero a quando, un paio di settimane fa, lo stesso Tondo aveva dichiarato definitivamente «rotto il rapporto fiduciario tra la Regione e l'attuale Cda di Autovie Venete», tanto da far balenare la possibilità di una revoca del Cda da adottare proprio nella fatidica riunione societaria del 4 ottobre.

I GIORNI DEL GIUDIZIO. Domanda d'obbligo, a questo punto: presidente Tondo, cosa succederà la prossima settimana in assemblea? «Non voglio sbilanciarmi - è la replica sibillina -. Prima dovremo parlarne in giunta». La riunione della squadra di Tondo è fissata per martedì 2 ottobre, a Udine. Il giorno precedente, lunedì primo ottobre, è invece previsto un vertice tra i segretari politici regionali dei partiti della maggioranza: in quell'occasione ufficialmente all'ordine del giorno ci sarebbe una discussione sulla nuova legge elettorale; ma si sa già che il «piatto forte» sarà il destino di Autovie. Posto che i leghisti sembrano decisi a voler andare fino in fondo («Valori non lo vogliamo più», è il ritornello di Zoppolato), e posto che invece An sembra la meno propensa ad andare allo scontro frontale con il potente professore, ecco che resta da capire l'atteggiamento che assumerà Forza Italia. C'è da dire che negli ultimi giorni il coordinatore regionale Ettore Romoli era tutt'altro che propenso a sotterrare l'ascia di guerra e anche l'altro «uomo forte» degli azzurri, Ferruccio Saro, non pare aver smaltito i ripetuti attacchi di bile procuratigli dalle mosse di Valori. Lunedì, quindi, potrebbe arrivare l'indicazione politica che il giorno dopo dovrebbe essere tramutata in decisione operativa dalla giunta regionale.

LA FIERA DELLE INCOGNITE. In verità, il percorso qui descritto è parecchio semplificato rispetto la realtà. Le variabili sono molteplici, le possibili interferenze e i probabili condizionamenti abbondano. Finanche la giunta regionale è suddivisa in «falchi» e «colombe» e se si dovesse andare alla conta sulla testa di Valori, ora come ora nessuna persona di buon senso scommetterebbe sul risultato. «Finirà che rimanderemo tutto a primavera - confidava "off record" uno degli assessori più propensi alla mediazione -. Aspetteremo che Valori si sistemi da qualche altra parte e che se ne vada di sua volontà, tra gli applausi e i ringraziamenti per l'ottimo operato. Sarebbe un modo per salvare capra e cavoli».

E VALORI TACE. Qui sta il punto. Valori che fa? Cosa pensa? Come si muove? Lui, sornione, non fa dichiarazioni. «Di Autovie non parlo», è l'unica battuta che un cronista è riuscito a strappargli l'altra sera a Gorizia, a margine della presentazione del suo ultimo libro. Tace, dunque, mentre attorno a lui fioriscono i «si dice»: Valori sarebbe in corsa per la presidenza di Alitalia; no, starebbe puntando al vertice di Ferrovie, al posto di Cimoli; sarebbe in rotta con Gamberale, amministratore delegato di Autostrade spa (di cui il professore è presidente); macché, ogni dissapore tra i due sarebbe già rientrato. Sia come sia, si può giurare che Giancarlo Elia Valori non se ne sta con le mani in mano: della sua «attività» riferita ad Autovie Venete emerge all'attenzione del pubblico solo una piccola parte, come ad esempio la sorprendente illustrazione dell'ambizioso piano strategico per la società, atteso da mesi e sfoderato con eccellente tempismo appena due giorni fa. Oggi quel documento, con intendimenti «a breve, medio e lungo periodo», tornerà all'attenzione del Cda della concessionaria autostradale che dovrà dibatterne e approvarlo. Insomma, più che a fare le valige, il sospetto è che Valori si prepari a consolidare la sua presenza in Friuli-Venezia Giulia. È solo un'impressione: sarà quella giusta?

Alberto Bollis