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Il Messaggero Veneto 07-10-2001

Il senatore di Udine lancia un'idea per uscire dalla paralisi nella vicenda di Autovie

Collino: tre mediatori per Tondo

Il leader di An propone di coinvolgere Antonione, Contento e Moro

di MICHELE MELONI TESSITORI

UDINE ­ «Nelle prossime ore il presidente Tondo farebbe bene a utilizzare tutti i canali di mediazione possibili per risolvere utilmente la questione di Autovie. Sono convinto che potrebbe individuare tre garanti, nei sottosegretari Antonione, Contento e nel capogruppo della Lega al Senato, Moro. Tre "saggi" capaci di trovare con lui una soluzione. Purché ci sia la volontà politica di farlo». Il senatore di Udine, Giovanni Collino, leader della Destra friulana, tende una mano al capo dell'esecutivo del Friuli-Venezia Giulia, convinto che a tempo abbondantemente scaduto si possa ancora raddrizzare la barca di Autovie, scongiurando il naufragio.

È cosí, senatore?

È cosí. Perché se Tondo è disposto alla mediazione, i suoi alleati politici sono pronti a collaborare.

Vi siete cacciati in un bel guaio?

Fu Saro a informarci - era il marzo di un anno fa - che avevano fatto la grande scelta di Valori per risolvere i problemi di Autovie. Fui l'unico a oppormi, e non per la persona ­ perché Valori era una garanzia ­ quanto perché chiedevo agli alleati di conoscere il piano strategico e quello industriale. Fui quasi deriso: da Saro, da Zoppolato e anche da Romoli. Oggi, su questo nodo irrisolto rischiano di far cadere la giunta.

Sbagliano tutto?

Dico che chi governa deve saper agire con equilibrio, diplomazia, lungimiranza. La scelta di Valori fu tecnicamente felice, perché si scomodò un personaggio che, per quanto non facile, può dare molto al Friuli, in termini di relazioni, di collegamenti. Ma chi lo scelse doveva sapere che il professore non è tipo che si possa condurre al guinzaglio.

Che è successo tra Saro e Valori?

Ciò che non ha funzionato nel rapporto Saro-Valori, fino al disagio di questi giorni, resterà uno dei tanti misteri irrisolti d'Italia.

Dove hanno sbagliato?

Hanno commesso un errore di metodo, ma anche concettuale. Perché non si può scomporre e ricomporre la Casa delle libertà con la logica del "divide et impera". An ha lavorato per costruire una Casa, non una scialuppa di salvataggio dalla Prima Repubblica.

Che si doveva fare?

Intanto si poteva evitare lo scontro frontale. Segnali di mediazione ce ne sono stati. Li hanno ignorati. Ma a chi giova portare la nostra regione allo scontro col presidente dell'Unione industriali di Roma?

Come uscirne?

Con i tre mediatori di cui ho detto. Una terna di uomini ai piú alti gradi della politica nazionale, che per le sue caratteristiche può garantire imparzialità e obiettività.

Con quale obiettivo?

Creare una via d'uscita che scongiuri il pericolo di dover ragionare in termini di vincitori e vinti, come non si dovrebbe mai fare in politica.

In concreto?

In concreto Antonione, contento e Moro, in accordo col presidente Tondo, potrebbero costruire un meccanismo che consenta di giungere a una soluzione utile.

Un esempio?

La giunta ha lanciato pesanti accuse nei confronti del cda. Con delicatezza e sensibilità, basterebbe consentire al presidente di replicare.

Tutto qui?

In un secondo incontro si potrebbe discutere del piano strategico presentato da Valori. E magari si finirebbe con il constatare che questo piano non è poi cosí male; anzi, può essere il punto di partenza per la ristrutturazione del gruppo e per il suo rilancio in una seconda fase.

Una seconda fase?

Certo, quella in cui si potrebbero registrare ampie convergenze sull'analisi delle nuove esigenze e tra queste la necessità di una leadership per Autovie. Una leadership nuova, intendo dire.

Lo crede possibile?

Tutto è possibile se si esercita la mediazione. Purché ci sia una reale volontà di farlo, purché sia abbia a cuore la ragion di stato.

C'è questa volontà?

Ho la sensazione che i segnali non raccolti delle ultime settimane autorizzino a temere che stia prevalendo un sentimento di rivalsa, non tanto della giunta in sé, quanto da parte di qualche componente della maggioranza politica.

Lei è convinto che perdere Valori sarebbe imperdonabile?

Mi chiedo: invece di trascinare all'infinito questo litigio, perché non valersi delle amicizie del professore ­ penso a una protagonista della costruzione dell'Ue come Loyola de Palacio ­?

Se la porta d'Europa non la apre il professore, chi sarà in grado di farlo?

Tanto piú che si compromette anche il rapporto con il Veneto. Mentre il Nord Est ha bisogno di affrontare unito il processo di internazionalizzazione.

Cocci rotti anche in An, pare. Qualcuno ha disubbidito?

An è un partito dinamico e non c'è dubbio che su Autovie ci sono state contrapposizioni. Fratture insanabili, dice qualcuno. Vi spaccherete?

Se lo dimentichino: non ci sarà alcuna spaccatura.

Dressi e Ciani hanno il destino segnato?

No, la loro sorte non è ancora segnata: se la non convergenza su singoli temi dovesse segnare i destini di ogni militante, sarebbe la fine della politica.

Ma hanno disubbidito?

Si sono contrapposti. E hanno perso. Nella dialettica non c'è mai un vincitore e uno sconfitto.

Anche Tondo ha sbagliato?

L'ho sempre stimato e sostenuto. In questa circostanza, senza voler mancare di rispetto al suo ruolo istituzionale, ha avuto paura di avere coraggio.

Cosa teme?

Non vorrei che l'attacco a Valori celasse altri obiettivi. Penso alla privatizzazione della società, agli oltre 1000 miliardi di investimenti in ballo...

Che succederà?

La Cdl regionale sarà in grado di dare risposte politiche forti anche confrontandosi con l'opposizione. Siamo in una fase di crescita: nella Prima Repubblica, con tutta la sua staticità, tutto questo non sarebbe accaduto.

Valori andrà avanti?

Spero che la mediazione che Tondo può avviare fermi la cooptazione di nuovi consiglieri nel cda.

Altrimenti?

Se la giunta affronta la revoca, rischiamo di finire nella palude. Se non la affronta gli scenari politici per la nostra regione possono diventare difficili, pericolosi, ingovernabili.

E dunque?

Mediare, mediare subito, con il sostegno di tutti e io non mi tirerò indietro.