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Il Messaggero Veneto 04-10-2001

Autovie, maggioranza spaccata sul cda

Vigilia convulsa per l'assemblea. Voci di dimisisoni di Valori, poi rientrate. Tensioni in An e in Fi

TRIESTE - L'assemblea di Autovie Venete, convocata per decisione dell'azionista di maggioranza, ovvero la Regione, per una soluzione finale al "caso Valori", forse non riuscirà a sbloccare la situazione. Le tensioni al calor bianco interne alla Casa delle libertà, con contrapposizioni dentro An, ma anche dentro Forza Italia, potrebbe sfociare in una impasse avvelenata, capace di mettere a rischio gran parte dell'attività politico-istituzionale e, a lungo andare, perfino la tenuta stessa della maggioranza.

Nel pomeriggio di ieri si è diffusa, all'improvviso, la voce delle dimissioni del presidente, quale conseguenza del crollo dell'argine di An, schierata sinora a difesa del presidente (con forti distinguo da parte dei componenti la giunta). Verità, tatticismo, fuga in avanti che fosse, la notizia non è stata poi confermata, anzi, sempre in un tam tam incontrollabile (con i politici che, per una volta, chiedevano aggiornamenti ai giornalisti), si è ribaltata: Valori parrebbe intenzionato a "vedere le carte" della giunta Tondo, o per meglio dire di Ferruccio Saro ed Ettore Romoli, che nella capitale hanno mosso i loro passi. Perché la questione è ormai sottratta al livello locale, e le decisioni si prenderanno a Roma, forse in un quadro complessivo nel quale entreranno anche Alitalia o le Ferrovie dello Stato (dove il Professore è in pole position per il vertice), nonché il porto di Trieste, sul quale, tanto attivo quanto poco visibile, sta lavorando il senatore Giulio Camber.

Di fronte a questa situazione, la cosa piú probabile è che oggi, salvo ordini giunti nella notte (le riunioni sono proseguite fino a tarda ora), si soprassieda ancora una volta. Nessuno lo ammette ufficialmente, ma in molti sono convinti che l'assemblea di stamani si limiterà ad affrontare il nodo della composizione del cda, con la riduzione della componente veneto (altro delicato aspetto del problema, perché coinvolge i rapporti con Giancarlo Galan, non inascoltato da Berlusconi). Il resto sarà rinviato.

La Lega pare compatta. I suoi sarebbero pronti alle dimissioni per far cadere il cda, e in cambio avrebbero - si dice - amministratore delegato e una delle due vicepresidenze dell'ipotetico nuovo organigramma. L'altra andrebbe ad An, con la conferma della carica di direttore. Ma questa ridistribuzione non parrebbe ancora in grado di liquefare il consiglio, se non altro per i coinvolgimenti romani.

L'onorevole Daniele Franz, vicecapogruppo parlamentare della destra, lancia un messaggio sibillino: «Quella di Autovie è una situazione delicata. Se qualcuno ha un problema di egemonia interna e vuole dimostrare la sua forza chiedendo la testa di Tizio o di Caio, si avventura in una politica costata carissima a Robespierre». Considerazione che sembra tagliata su misura per Saro, ma che potrebbe, con qualche ritocco, calzare anche per il senatore Giovanni Collino, che lo fronteggiava quale filo-Valori?

Piú trasparentemente ermetico l'assessore Paolo Ciani: «Non faccio dichiarazioni su Autovie. Dico solo che per parlare della cosa ho dovuto usare due batterie del cellulare». Persino il capogruppo Adriano Ritossa, sempre pronto a dire la sua, stavolta glissa: «Non ho potuto seguire nulla, ero impegnato a Roma. So che il presidente Tondo voleva fare un'ultima riunione di maggioranza, ma io non ho potuto andarci». E il capo dell'esecutivo è ancora più laconico: «Su Autovie non dico niente. Non c'è stata alcuna riunione - conferma Renzo Tondo -. Del resto ero in Austria sino alle quattro del pomeriggio».

Dunque, a meno di sorprese dell'ultima ora, l'azionista di maggioranza aspetterà ancora. Troppa gente rischia troppo, stavolta. Ma comunque vada, oggi o più avanti, è difficile che non ci sia alla fine un redde rationem, con una fazione che vince e l'altra che perde. Il fragile pentacolo messo assieme dalla Cdl per controllare Valori non potrà impedire degli sconquassi.

Luciano Santin