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Il Messaggero Veneto 14-02-2002

Depositata la ricerca dei quattro ispettori incaricati di rilevare irregolarità e inadempienze

Regione, un dossier accusa l'Arpa

Oltre 70 pagine di rilievi amministrativi. Manca perfino la relazione sull' ambiente

TRIESTE - Una fascicolo di 77 pagine, 48 di relazione e 29 di allegati, un lungo e meticoloso atto di accusa articolato in decine e decine di rilievi su noleggi, gare, contratti, contabilità e altro, che mette l'Arpa in un ginepraio, proprio in un momento in cui il controllo sull'ambiente appare di importanza vitale, come attestano i valori di inquinamento atmosferico e il caso di Tolmezzo. E la "Relazione sull'ispezione nei confronti dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente", commissionata negli scorsi mesi dall'assessorato, e presentata ufficialmente verso la fine dello scorso anno". Un documento scottante, sul quale il consiglio si confronterà a giorni, disamina accurata di decreti, repertori, bilanci, contabilità, contratti, attività e gestione del personale, conclusa da tutta una serie di rilievi.

Per quanto concerne i profili amministrativi "si sono evidenziate numerose irregolarità, derivanti dalla violazione della normativa legislativa e regolamentare in materia, nella tenuta del libro dei decreti, nella mancata tenuta del repertorio delle consulenze, nella stesura, nella formulazione e nella redazione dei provvedimenti, e infine nel contenuto sostanziale dei decreti, con particolare rilievo per le deleghe attribuite illegittimamente dal direttore generale e per le carenze di motivazione", scrivono Antonella Manca, Fabio Richetti, Patrizia Petullà e Eddy Zacchigna. Non meno pesante il giudizio sul bilancio: quello 2000 è stato approvato condizionatamente dalla giunta "ma l'Arpa non ha ottemperato nel corso dell'anno alle condizioni poste", mentre, pur non essendo stato approvato il bilancio preventivo 2001 "l'Arpa ha agito in violazione delle disposizioni in materia di esercizio provvisorio, delle direttive dettate dalla Regione", nonché "degli indirizzi del Comitato d'indirizzo e verifica, con particolare riguardo alle consulenze, alle scelte riguardanti il parco autoveicoli e ai lavori concernenti la sede centrale". Ancora peggio la contabilità: "gravi ritardi nella registrazione dei documenti contabili, che hanno comportato il pagamento di sanzioni tributarie"; "ripetuti problemi inerenti la mancata conciliazione di cassa (concordanza saldi tra il conto corrente di tesoreria e le registrazioni contabili)", "un sostanziale scollegamento tra la struttura operativa e lo studio a cui è affidata la consulenza fiscale, con relativa mancanza di documentazione presso l'Agenzia".

Su beni, servizi e scelte patrimoniali, l'elenco dei rilievi è più lungo: tra l'altro "mancata motivazione del ricorso al noleggio piuttosto che all'acquisto o al leasing, nonostante i richiami sul punto"; "assegnazione di un incarico esterno per le predisposizione del bando seguita dalla mancata attestazione di regolare esecuzione"; "non conformità del contratto stipulato con le disposizioni del bando di gara"; "esecuzione di fatto anticipata della fornitura rispetto alla stipulazione del contratto e all'approvazione del medesimo anche per automezzi non rientranti nel bando". Poi "affidamento all'esterno di un compito istituzionale dell'Arpa", e il mancato rispetto di una serie di norme, tra cui deliberazioni di giunta e misure di autotutela. Ci sono lavori per 1950 milioni su un immobile locato, senza aver prima concordato una "vendita con futuro scorporo delle somme investite" e anche due contratti di locazione stipulati "con largo anticipo rispetto alle effettive esigenze operative, comportanti oneri considerevoli", ossia 332 milioni, cauzione inclusa, più il cablaggio.

Inoltre, rilevano gli ispettori, non si è valutata la "probabile non conferma del finanziamento regionale in considerazione dell'investimento effettuato su immobile altrui, con la sostanziale assenza di copertura finanziaria dell'intervento". In relazione al personale, si evidenziano "il ricorso a collaborazioni coordinate e continuative in luogo di assunzioni, fattispecie non ammessa dalla legge istitutiva anche se conveniente sotto il profilo economico"; "il ricorso a consulenze anche in materie non ammesse dal quadro normativo di riferimento", violazione della legge istitutiva per la mancata adozione del piano di formazione del personale". Manca pure, notano i firmatari del rapporto, uno degli scopi di fondo dell'Arpa, la Relazione sullo stato dell'ambiente: "Allo stato di fatto odierno non risulta che l'Arpa abbia prodotto, neanche tramite affidamento esterno, alcuna relazione sullo stato dell'ambiente, la cui valutazione del contenuto non è pertanto possibile al momento".

Luciano Santin