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Il Piccolo 16-09-2001

Guido Cace, 60 anni, uomo di An e attualmente vicepresidente della Federgasacqua a Roma, è il manager che il Centrodestra conta di insediare alla guida dell'ex municipalizzata

Acegas, un esule dalmata in corsa per il vertice

E subito punta il dito contro la somma pagata all'Enel per ogni utente e ritenuta spropositata

Un esule dalmata in corsa per la presidenza dell'Acegas. Guido Cace, 60 anni, vicepresidente di Federgasacqua, l'associazione con sede a Roma che raggruppa oltre 400 aziende (pubbliche e private) di servizi idrici ed energetici, è l'uomo che il Centrodestra intende insediare sul ponte di comando dell'ex municipalizzata. Il suo nome circola con insistenza, dopo che il consiglio comunale ha votato giovedì sera una mozione nella quale chiede al sindaco Dipiazza di attivarsi per far sostituire gli attuali amministratori, designati dalla precedente giunta Illy.

Uomo di Alleanza nazionale, esule da Sebenico, residente sin dall'infanzia a Roma, presidente dell'Associazione nazionale dalmata, Guido Cace è anche consigliere delegato di Sogesid, una società per azioni che opera direttamente per conto del governo e che controlla in sostanza tutti gli acquedotti dismessi del Sud Italia. «Dipendiamo direttamente - spiega Cace - dal ministero del Tesoro». La Sogesid è in un certo senso l'erede di ciò che è stata l'ex Cassa per il Mezzogiorno.

L'interessato non smentisce quindi di essere fra i «papabili» in corsa per la presidenza dell'Acegas: anzi conferma di aver già dato la sua disponibilità al partito. Intanto lancia le prime accuse all'attuale gestione. Ad iniziare dal capitolo riguardante l'acquisto delle reti, previste dalla liberalizzazione del settore varata dal precedente governo. Un attacco lanciato nei mesi scorsi anche dal consigliere comunale di An Alessia Rosolen.

«La città sta perdendo la sua più grande riserva - aveva annotato - quindi chiediamo alla dirigenza dell'Acegas di sospendere subito alcune sue iniziative già annunciate, come l'acquisto di 18 mila utenze Enel a un prezzo superiore del 48% a quello pagato per utenze in altre parti d'Italia». Ma adesso arriva anche «l'anatema» di Cace. «Perché attacchiamo Acegas? C'è una legge Bersani - risponde il vicepresidente di Federgasacqua - che prevede la liberalizzazione dell'energia e dà la priorità alle municipalizzate che sono sul territorio».

E ricorda i prezzi pagati all'Enel da alcune grandi aziende italiane. Ad iniziare dall'Acea di Roma che ha versato una media di 1,4 milioni per utente, mentre l'Aem di Torino ha sborsato 1,6 milioni a utente. Infine, l'Aem di Milano che ha versato 2,1 milioni a utente. «Si tratta di cifre - commenta Cace - che hanno una logica di mercato. Inoltre, la legge Bersani prevede anche l'arbitrato (in caso se l'Enel chiede un prezzo troppo alto, oppure la municipalizzata offre un prezzo troppo basso). Milano lo ha fatto. Perché non l'ha fatto anche Trieste? L'Acegas ha acquistato 18 mila utenze della provincia a 3,3 milioni a utente, ovvero quasi il 50 per cento in più rispetto a Milano. Perché questa cifra così spropositata, cosa c'è sotto?».

Cace spiega inoltre come è nata la sua candidatura. «Di recente - sottolinea - Alleanza nazionale ha chiesto la mia disponibilità a fare il presidente dell'Acegas. Ma potrei fare anche l'amministratore delegato. Insomma, sono pronto a venire a Trieste, se me lo verrà chiesto».

L'eventuale arrivo di Cace all'Acegas potrebbe trasformare l'ex municipalizzata in una sorta di testa di ponte per lo sbarco oltreconfine. «Se verrò a Trieste - promette Cace - sbloccherò immediatamente il rapporto con Slovenia e Croazia. Basti pensare che Capodistria viene gestita dall'Amga di Genova. Se si facesse un blitz con Acegas capofila, Asm di Brescia, Aem di Milano e Amga di Genova, ci sarebebro 7000 miliardi di fatturato, sufficienti per competere con i tedeschi, già presenti in quell'area. Naturalmente bisogna avere freddezza, velocità e apprendimento».

Nel suo curriculum Guido Cace ci tiene infine a evidenziare di essere laureato in legge, nonché di avere lavorato come vicedirettore commerciale della «Dalmine», azienda che produce tubi in acciaio, dove si è occupato del settore metano. «Dal 1991 - prosegue - sono libero professionista. Nel 1997 sono stato nominato dal Polo come rappresentante delle Regioni del Polo meridionali nel cda della Sogesid». Un'ultima annotazione: Cace è ufficiale in congedo dell'esercito, nonché consulente della Rai sulle foibe. «Sono stato io - spiega - a scoprire delle pellicole inedite su quella tragedia».

Alessio Radossi