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Il Messaggero Veneto 10-10-2001

Valduga a Tondo: i 100 giorni sono finiti

Il presidente degli industriali udinesi: alla Regione non chiediamo risorse, ma efficienza

UDINE – I cento giorni del nuovo Governo regionale sono trascorsi e il presidente dell'associazione industriali di Udine Adalberto Valduga, mette la giunta sotto esame anche se ribadisce «la stima e la considerazione nei confronti del presidente Renzo Tondo e degli assessori che più di altri hanno contatti diretti con le categorie economiche, da Sergio Dressi a Giorgio Venier Romano». Equilibrato, prudente, ma fermo, considera il periodo di tempo trascorso dall'insediamento della nuova Giunta a oggi, ancora breve per pretendere risultati. «Risultati che però ci devono essere - aggiunge - a cominciare dal recupero di efficienza della macchina amministrativa».

«Se da un lato siamo tutti consapevoli della difficoltà di reperire risorse aggiuntive a quelle necessarie per colmare la "voragine sanità" e quindi, alla Regione, non chiediamo miracoli - prosegue Valduga - ci aspettiamo però che in questo momento intervenga almeno sul versante della delegificazione, del riordino delle competenze e sulla velocizzazione delle risposte». Affronta la questione in modo estremamente diplomatico, ma non per questo meno chiaro, l'ingegner Valduga, presidente dell'Associazione Industriali della provincia di Udine che, a margine dell'incontro organizzato dal Cisae della provincia di Udine e al quale ha partecipato il presidente della Regione Renzo Tondo, puntualizza come il tema di una burocrazia efficiente sia di primaria importanza, oggi, per tutto il tessuto imprenditoriale. «Non possiamo nasconderci - spiega Valduga - che il miglioramento della competitività aziendale cresce anche grazie al buon funzionamento della pubblica amministrazione. Una pubblica amministrazione che deve fare da volano allo sviluppo delle imprese e non rappresentare un ostacolo, come invece troppo spesso accade».

«Purtroppo - ammette il presidente degli industriali - la situazione è peggiorata con l'introduzione della legge Bassanini, con la quale la responsabilità per diversi procedimenti è passata dal politico al funzionario. Questo ha rallentato ulteriormente l'iter di molte richieste, elemento negativo che si somma all'intollerabile sovrapposizione di competenze in troppi settori e a un quadro legislativo confuso e di difficile interpretazione».

Per il presidente Valduga ci sono delle priorità che possono essere affrontate tempestivamente e la cui soluzione offrirebbe una boccata d'ossigeno alle imprese.

«La questione delle quote di lavoratori extracomunitari, la legge sui lavoratori transfrontalieri, il problema del reperimento di alloggi per gli immigrati che lavorano in regione ad esempio - cita Valduga - sono temi sui quali si deve poter intervenire rapidamente. Certo si tratta di nodi il cui scioglimento richiede un lavoro sinergico fra gli assessori e i parlamentari regionali, ma questo non dovrebbe certo costituire un ostacolo. Da anni ormai andiamo dicendo che la concertazione deve essere messa in pratica anche dai politici, a tutti i livelli, se vogliamo che il Friuli-Venezia Giulia pesi di più anche a Roma. Ebbene questo è il momento di renderla concreta, perché abbiamo bisogno di risultati». A ruota, a parere di Valduga, segue poi l'annosa questione del riassetto complessivo di tutto il sistema creditizio regionale, «della quale ormai si è detto tutto, ma la cosa è finita lì».

Un ultimo cenno il presidente Valduga lo ha riservato al capitolo risorse economiche. «Serve un censimento delle proprietà immobiliari della regione, che vanno sottoposte a una rigorosa valutazione. Servono ancora tutte? E se non servono tutte perché non pensare a una loro alienazione per poter così disporre di risorse fresche?»

Sviluppare e far crescere tutto il tessuto imprenditoriale del Friuli-Venezia Giulia, parcellizzato e di dimensioni insufficienti per risultare competitivo, è e resta la vera emergenza. «Certo - conclude Valduga - gli imprenditori devono fare la loro parte, ma la Regione deve sostenere le imprese in questo sforzo, contribuendo alla diffusione di una vera cultura imprenditoriale, in collaborazione con le associazioni di categoria. E' un processo difficile e lungo, che richiede, lo ripeto, di poter contare su una struttura amministrativa dinamica e flessibile, che sappia cogliere le esigenze di chi è quotidianamente impegnato in azienda, offrendo risposte tempestive e qualificate».

R.M.