LE PUBLICS UTILITY

Risale agli anni '90 l'inizio di un periodo di riforma degli Enti pubblici in cui la parola d'ordine era "privatizzazione". Senza entrare in una discussione approfondita sull'argomento, appare appena il caso di verificare, alla luce dell'esperienza, che:

  • laddove si siano voluti utilizzare metodologie, modelli gestionali e procedure mediate dal "privato", si sono raggiunti significativi miglioramenti all'efficienza e forse anche all'efficacia dei servizi pubblici

  • laddove, invece, si siano voluti trasferire al "pubblico" concetti di gestione economica legata al profitto d'impresa non vi siano stati apprezzabili miglioramenti al servizio, ma solamente, e non sempre, al bilancio dell'Ente

  • E' quest'ultimo, in particolare, il caso dei servizi erogati prima da Comuni, poi da Municipalizzate, oggi da Società. La gestione del trasporto pubblico locale, così come l'erogazione di energia elettrica, gas e acqua, affidate a S.p.A. hanno generato un sistema in cui:

  • il risultato d'esercizio viene misurato in termini strettamente economici (utili o perdite)
  • l'utilità sociale del servizio passa in seconda linea rispetto al risultato economico
  • i bisogni sociali non coperti da corrispondenti pagamenti di servizi vengono praticamente ignorati
  • Il controllo esercitato sulle tariffe non sembra uno strumento sufficiente a moderare le normali "inclinazioni" di un'impresa a fare risultato. L'impresa inoltre sta sul mercato con atteggiamento assolutamente di ricerca dell'utile, anche quando gestisce la propria immagine. Anche, ad esempio, quando la pur meritoria opera di finanziamento ad attività sociali, culturali o sportive, non soggiace a regole cui dovrebbero ispirarsi gli Enti pubblici che usassero per gli stessi fini denaro "guadagnato" nella gestione di servizi pubblici.

    Potrebbe, quindi, ragionevolmente considerarsi superata l'esperienza del privatizzare a tutti i costi e, conseguentemente, potrebbe essere ragionevolmente ripensato il sistema di erogazione di servizi pubblici essenziali. Lo strumento Agenzia, che sottrarrebbe il gestore alle logiche di businnes, sembra un modello idoneo al superamento delle S.p.A.

    Alessandro Perelli
    Nuovo PSI