LE SCIMMIE AL POTERE


Il giovedì 27 aprile il giornalista Aldo Di Lello del Secolo d'Italia, fece un articolo sulle "scimmie al potere" dove se la prendeva con il premier spagnolo, Zapatero, perché il suo progetto, finalizzato alla protezione delle scimmie non ha alcuna validità scientifica ed anzi, come hanno poi ribadito anche l'arcivescovo di Pamplona Fernando Sebastian e Amnesty International, il progetto, per costoro, è semplicemente ridicolo. Secondo Di Lello, più che progressismo il progetto è sintomo di primitivismo, una pulsione oscura della cultura europea che rimanda al mito illuminista del buon selvaggio rousseauiano. Secondo Di Lello, una mano gliela dà anche la filosofia dei diritti animali di Peter Singer, un pensatore australiano che ha conquistato una certa notorietà discettando sulla filosofia animalista e che ha trovato anche sponde italiane, ad esempio in Sebastiano Maffettone. Per farla breve, secondo la rubrica del Secolo d'Italia, l'idea dei socialisti spagnoli di sancire per legge i diritti dei primati antropoidi non è solo una trovata eccentrica, è la espressione di visioni politiche e filosofiche che impoveriscono il valore dell'uomo. Tra animalismo e primitivismo. Ebbene, non credo affatto che il progetto sia così grottesco come vuol fare apparire la destra teo-con assieme agli esponenti della chiesa cattolica.

Anzi. Zapatero ci ha dato una grande lezione di civiltà in controtendenza rispetto al peggioramento tortuoso e decadente di questa italietta fatta da baciapile e leccapreti. L'iniziativa zapaterista per la protezione delle scimmie ha un grande valore sotto tutti i punti di vista. Il provvedimento dovrà costituire l'occasione per un'azione tendente al riconoscimento, una volta per tutte, dei diritti di ogni specie animale a non essere più vittima dei maltrattamenti che la feroce crudeltà umana infligge loro e soprattutto di non essere più vittima di quella sudicia, sporca e vergognosa sperimentazione scientifica che non è altro che brutale vivisezione camuffata di scientismo.

L'intolleranza cattolica è un atteggiamento antropocentrico che sta alla base degli stessi orrori peri i quali gli erettici venivano arrostiti e le streghe fatte rinsavire con le cristiane pere conficcate nella loro vagina per farle confessare, appunto, di essere streghe. I cattolici hanno messo l'uomo ingiustificatamente al centro dell'universo, perciò si è sentito dotato di onnipotenza, ritenendosi padrone assoluto dell'ordine naturale. Lo stesso atteggiamento hanno avuto nei confronti della donna per soggiogarla. In questo modo i catto-centrici vengono privati di ogni responsabilità nei confronti delle altre forme viventi ché, non essendo dotati di intelletto sono chiamati a rapportarsi strumentalmente con la natura e le altre specie, cioè ad affrontare il mondo secondo un uso strumentale, violento, di sfruttamento, mirando soltanto al soddisfacimento dei propri interessi.

Purtroppo questa tesi sull'intolleranza cattolica trova riscontro nel deciso fuoco di sbarramento che l'arcivescovo di Pamplona ha già effettuato e nel delirio del giornalista. Riporto le sue parole per capire meglio di cosa si tratta. Dice Aldo Di Lello: "Le correnti profonde che conducono a riconoscere, in Spagna, i diritti delle scimmie sono le stesse che portano, in Olanda, ad ammettere l'eutanasia (???). Non è un arricchimento delle scimmie, ma un impoverimento dell'uomo. La ragione cede il posto alla sensazione... Ma nelle tesi dell'animalismo estremo c'è anche una radice più profonda e oscura. E' un'avversione per la civiltà che conduce all'elogio del primitivismo. Si va affermando da anni una corrente di pensiero che vagheggia il ritorno all'uguaglianza primordiale (Murray Bookchin) e che addirittura esalta la vita precedente alle civiltà neolitiche... Posizioni eccentriche? Non più di quelle sostenute da socialisti spagnoli che vorrebbero portare all'Onu una carta fondamentale dei diritti delle scimmie... Pensate che bello, i gorilla con i caschi blu".

Questo finale ad effetto la dice lunga sulla mancanza di argomenti e sulla paura della carica rivoluzionaria delle teorie dei socialisti spagnoli. Del resto, gli effetti della disastrosa e delinquenziale concezione cattocentrica sono sotto gli occhi di tutti: il nostro pianeta versa in condizioni drammatiche, molte specie animali e vegetali, si estinguono ogni giorno a causa del comportamento criminale dell'uomo. La prepotente e arrogante antropologia cattolica non riesce neppure a prendere in considerazione il rapporto di profonda interrelazione solistica che lega tra loro le più svariate forme presenti nella Terra e che ci esorta alla responsabilità. L'uomo non è né il centro dell'universo e nemmanco lo meriterebbe, considerate le tremende tragedie, gli olocausti, i genocidi che è stato capace di commettere e che in molte zone del mondo continua a compiere.

Neppure i cattolici sono il centro della religione, ché, anch'essi non lo meriterebbero, considerate le nefandezze, le inquisizioni, i roghi, il sentimento di antropocentrismo e di onnipotenza che sta alla base del totalitarismo ecclesiastico che porta a schiacciare il tuo simile piuttosto che a porgere l'altra guanciaŠ nonché le posizioni disumane e medievali sulla ricerca scientifica, sulla procreazione medicalmente assistita e sugli embrioni, che com'è noto, è meglio che vengano buttati in cesso piuttosto che servire alla ricerca.

Perciò ci si può permettere di infliggere al più debole inaudite atrocità, sterminare foche, balene, elefanti, tigri, scimmie per commercializzare il ricavato dai loro cadaveri, distruggendo l'ecosistema. Cosa ha a che vedere questa condotta con il cristianesimo? Nulla. Lo spirito si è perso già molti secoli fa... il resto sopravvive come una multinazionale rigonfia di soldi che agonizza cercando di vendere un prodotto, l'intermediazione tra Dio e gli uomini, ormai obsoleto. L'insanguinato circolo vizioso non potrà mai rompersi senza la consapevolezza della nostra inconsistenza umana ignara del proprio flebile destino che viaggia a folle velocità su un granello di sabbia sperduto nello spazio nella periferia della galassia, nella periferia dell'universo. E' il terrore di questa consapevolezza così come il conseguente timor panico della morte che ci hanno fatto elaborare quei sistemi religiosi che, in nome di alti ideali, permettono di accaparrarsi i beni dei propri simili ed eliminare coloro che sono scomodi, perseguitando le minoranze sia etniche, sia sessuali, sia culturali.

Siamo soltanto una flebile canna che però ha la capacità di pensare e di piangere e solo in questo risiede la nostra grandezza. E la nostra responsabilità. Perciò, ben venga l'iniziativa di dare diritti agli animali! In barba alla serqua di cardinali e vescovi che invece di digiunare e predicare il Vangelo si riempiono la pancia di cadaveri e rimangono in religioso silenzio di fronte alle recenti dichiarazioni del principe danese che afferma di mangiare bistecche di cane. Sono certo che in cuor loro pensano che in fondo si tratti di un animale come tutti gli altri...

Come nel romanzo "La fattoria degli animali" di George Orwell, il maiale Napoleon e gli altri maiali iniziano a commerciare con gli umani e diventano sempre più corrotti, e il romanzo finisce con Napoleon e i suoi scagnozzi che giocano a carte con gli altri fattori. Gli animali denutriti, guardando attraverso le finestre, non riescono più a distinguere gli uomini dai maiali. Il sogno si è trasformato in un incubo. Così vedo che finirà, se la Rosa nel Pugno non riuscirà a battersi fino in fondo per la laicità dello Stato. Guarderemo attraverso la finestra e troveremo politici "progressisti" e vescovi. a ridere e discorrere in complici chiacchiericci che, tra un rutto e una tartina di cane, denunciano la fame nel mondo.

Walter Mendizza

Trieste 09 maggio 2006