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Il Piccolo 04-05-2001

In sciopero della fame anche gli esponenti locali

I radicali uomini-sandwich protestano davanti alla Rai: «Le nostre idee boicottate»

Si sono trasformati in uomini-sandwich, con tanto di cartelloni appesi al collo, sui quali erano riassunte le loro principali richieste, posizionandosi davanti alla sede regionale della Rai «colpevole di non dare spazio alle nostre rivendicazioni». Hanno scelto questa formula i candidati radicali della lista Emma Bonino per la loro puntata triestina. «Siamo in estrema difficoltà nel riuscire a far conoscere alla gente quello che vogliamo - ha detto per tutti Marco Gentili, candidato alla Camera per il proporzionale - perchè siamo costantemente boicottati dalle televisioni che non ci offrono sufficiente spazio. Anche per questo motivo stiamo attuando lo sciopero della fame da qualche giorno, coerentemente la nostra leader».

Alcuni dei candidati, come John Fischetti, costretto su una sedia a rotelle e Stefano Barazzutti, afflitto da una forma di diabete, stanno anche volontariamente rinunciando all'assunzione di alcuni farmaci: «Il tutto per sottolineare la validità della nostra richiesta in relazione alla liberalizzazione della ricerca, affinché tutti - hanno sottolineato - a cominciare da quelli come noi, che hanno delle problematiche sanitarie particolari, possano beneficiare dei risultati della scienza più moderna».

Paolo Gandolfo, anch'egli candidato alla Camera in Friuli, ha ribadito la necessità di «abolire il finanziamento pubblico ai partiti, in quanto questa formula fa crescere una miriade di movimenti. Oggi abbiamo 44 gruppi politici regolarmente iscritti, che ci sembrano decisamente eccessivi». Gianfranco Leonarduzzi, dopo aver illustrato alcune delle iniziative della lista Bonino, come l'abolizione dell'Ordine dei giornalisti («per favorire la nascita e la diffusione di un sempre crescente numero di organi di stampa») e la privatizzazione della Rai, ha definito «un volgare ladrocinio quello che stanno perpetrando ai nostri danni i partiti tradizionali». Di «liberalizzazione nel mondo del lavoro» ha parlato Stefano Santarossa, mentre Renato Manara, candidato alla Camera a Trieste ha richiamato l'attenzione sull'urgenza di «abolire la nuova legge sull'editoria telematica». Infine Nicolò Di Stefano, candidato al Senato a Trieste, ha denunciato il ministro Bordon «che, dopo essersi proclamato un ambientalista, è andato a caccia di poltrone».

u. sa.