La vicenda di Eluana Englaro è solo l'ultimo caso di cronaca ...


da IL GAZZETTINO (UDINE) del 19/10/2008

La vicenda di Eluana Englaro è solo l'ultimo caso di cronaca che ha riacceso il dibattito su una questione tanto spinosa quanto sentita, qual è quella del testamento biologico. Prima ancora erano arrivati i casi di Piergiorgio Welby o il caso di Luca Coscioni. Ed è proprio l'omonima associazione, presieduta da Maria Antonietta Farina Coscioni, che ieri ha portato il dibattito a Udine, in un incontro nella sala convegni dell'Hotel Là di Moret, alla presenza di medici e giuristi, nonché di Mina Welby.

Al centro della discussione il nuovo disegno di legge della nuova maggioranza in Parlamento, che dovrebbe tradursi nell'arco di qualche mese in norma cogente. Un provvedimento ampiamente contestato dalle associazioni come quella di Luca Coscioni. «La nostra paura forte è che in materia si legiferi un po' come è accaduto per la legge 40 sulla fecondazione assistita spiega Maria Antonietta Farina Coscioni, peraltro membro del comitato ristretto di parlamentari del Pd incaricati di predisporre un'apposita proposta di legge sul tema -. Piuttosto che si legiferi male è meglio che non si legiferi affatto.

Prima e sopra tutto deve venire sempre in considerazione la volontà del malato». Sulla stessa linea anche Mina Welby: «Bisogna fare attenzione a non perdere di vista la vera direzione da seguire che è quella della dignità della persona. Sembra si stia prendendo la strada non verso il testamento biologico, ma verso una vita quasi sequestrata, radicata il più possibile con le varie terapie. Sono favorevole alle cure palliative, agli hospice, ma bisogna anche rispettare la volontà del malato quando decide di non continuare a condurre una vita che non sente più dignitosa».

Contestati una serie di punti dell'attuale disegno di legge: l'inserimento dei trattamenti di alimentazione e idratazione con sondino tra quelli che non possono essere sospesi, il ridimensionamento del ruolo del fiduciario del malato, lo svilimento della volontà del paziente, di pari passo con l'attribuzione dell'ultima, insindacabile parola in capo al medico. «Sostanzialmente si tratta di una legge contraria al testamento biologico.

Di fatto ne paralizza ogni possibilità di utilizzo. Il dibattito in questo momento è viziato da termini quali la morte naturale e l'accanimento terapeutico; c'è una gran confusione tra etica, diritto, morale e deontologia aggiunge il dottor Mario Riccio, il medico anestesista che aiutò Piergiorgio Welby a morire interrompendo la ventilazione meccanica e la cui esperienza è ora raccolta in un libro firmato anche da Gianna Milano -. Nel caso Welby mi ha spinto a intervenire proprio il mio dovere di medico di eseguire quanto il paziente ha chiesto. C'è una sostanziale differenza tra la sospensione di un trattamento e l'eutanasia».

Elena Viotto