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COMUNICATO 13-10-2003

Laicità dello Stato

Alla cortese attenzione del Capocronista

Christina Sponza illustra il suo programma ai cittadini che prevede tra le altre cose riprendere la battaglia sulla laicità dello Stato. A tutti ricorda che anche Alcide De Gasperi era laico e che "la politica è di per sé laica perché laicizza". Nella sostanza, sostiene la Sponza, quello della laicità è la madre di tutti i problemi ed è il problema stesso dell'Italia e del tormentato cammino verso lo Stato di diritto. Le forze politiche sono sempre state insidiate dalla presenza al suo interno di un altro Stato: il Vaticano. Ma attenzione, dice la Sponza, ciò non significa che io sia anticattolica. Perché il problema del cattolicesimo non consiste infatti nella sua dottrina ma nel suo essere uno Stato vero e proprio, con i propri ambasciatori alle Nazioni Unite e presso altri Stati. In termini religiosi questo è uno scandalo "anticristiano".

I partiti generati da Tangentopoli hanno assunto denominazioni di tipo vegetale (Girasole, Quercia, Ulivo, Margherita) ma alla fine ecco che (post) democristiani, (post) socialisti e (post) comunisti fanno a gara nel definirsi liberali ma non hanno il coraggio di definirsi laici! Liberale è un termine accettabile proprio perché annacquato. L'attuale accezione del termine è così vaga che tutti possono farla propria senza compromettersi. Definirsi laici è molto più forte: Cavour, cattolico, non esitò a portare i cannoni a Porta Pia. Alessandro Manzoni - cattolico - si schierò senza esitazioni a favore del Risorgimento, divenendo in seguito senatore di un Regno fatto da massoni. Due grandi personalità - tra le tante - che, pur ricche di un'intensa fede religiosa, testimoniarono e vissero una totalizzante fede politica liberale. Loro sì furono davvero liberali e non questi improvvisati politici della domenica uguali per metodi partitocratici e per formazione politica.

I candidati democristiani che si presentano a queste elezioni suppletive non esitano - prosegue la Sponza - sui temi della bioetica, a sposare in toto le ragioni della Chiesa contro quelle della scienza. Potrei definirli "laici con la sottana del prete". Per me invece, essere laico significa innanzitutto essere disposto a mettere in discussione la propria identità, nel confronto con quella degli altri. Sei cioè liberale in quanto liberante di te stesso (dei tuoi miti, delle tue credenze) per affidarti al confronto con l'altro. "Io credo - dice la Sponza - che per essere credenti occorra essere anticlericali". Il vecchio Partito Liberale e quello Repubblicano erano guidati da classi dirigenti pavide e subalterne. Erano laici perché non andavano a messa. Invece Io sono profondamente laica perché autenticamente liberale e mi candido per denunciare le consorterie clericali, i parastati confindustriali e i sindacati corporativi.

Walter Mendizza

www.riformatoripresidenzialisti.com





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