Clara Comelli: Ridurre l'inquinamento


Scegliere come tema programmatico il problema dell'inquinamento da veicoli privati nella nostra città significa più spesso confrontarsi con veti ideologici piuttosto che con reali ostacoli.Già da molti anni, vuoi per la benzina agevolata o per le sempre più radicate abitudini degli abitanti ad usare la macchina, la nostra città vive costanti situazioni di traffico caotico con il conseguente ben più grave problema dell'inquinamento. La gravità di questo problema volente o nolente ricade anche su soggetti che spesso poco possono fare o dire per affrontarlo. Pensiamo ai bambini e al cronicizzarsi di malattie respiratorie che, dati forniti da medici del Burlo, sono spesso in relazione con lo smog e tutte le sostanze altamente nocive in esso contenute.Sono queste considerazioni che dovrebbero far agire i nostri amministratori immediatamente e in una direzione inequivocabile, quella cioè di attuare tutte le misure possibili per ridurre l'inquinamento.E' inutile infatti ricordare che la spesa pubblica sanitaria e' la prima a risentirne se i cittadini si ammalano. E' quindi ovvio che a costi si aggiungono altri costi.

Spesso i temi ambientali vengono trattati in maniera eccessivamente teorica, mentre anche pochi e semplici accorgimenti pratici potrebbero cambiare radicalmente la situazione attuale. Ecco quindi nello specifico le idee che ritengo debbano essere contenute nel programma politico di queste elezioni amministrative.

Usufruire del contributo stanziato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia per la costruzione di piste ciclabili, che ammonta a 258.000 euro , fondo che a tutt'oggi è inutilizzato dal Comune. L'amministrazione in passato e' gia' stata sensibilizzata sull'argomento da una petizione a firma di cittadini e promossa da una Associazione cittadina (l'Ulisse Fiab).In quella petizione si proponeva l'inserimento di un percorso ciclabile in sede propria nel piano di ristrutturazione delle rive con l'obiettivo di collegare quanto prima le esistenti ciclopiste di Miramare e della Val Rosandra. Inoltre, sempre nella stessa petizione, si suggerivano interventi a favore dell'intermodalità come ad esempio la possibilità di caricare le biciclette sugli autobus (seguendo l'esempio del Tram di Opicina), la creazione di parcheggi per biciclette presso la stazione per facilitare l'interscambio bici + treno e la nascita di almeno tre servizi di biciclette a nolo nel centro cittadino.Sempre in un'ottica di promozione dell'uso della bicicletta nella nostra città, l'Associazione Ulisse-Fiab ha redatto nel 2003 una piattaforma per una città amica della bicicletta dove sono espresse richieste e proposte utili ai fini di una mobilità ciclabile, sempre facendo ricorso alle linee programmatiche della legge nazionale 366/98.

Ma a Trieste sono attive anche altre associazioni che da molto tempo si occupano di ambiente e di problematiche relative all'inquinamento.Basterebbe quindi all'amministrazione fare tesoro di consigli ed indicazioni per trovare soluzioni immediatamente praticabili. L'Agenda 21 è sicuramente da annoverare tra i primi passi fatti dall'attuale amministrazione nella direzione di coordinare pratiche rivolte all'attenzione verso l'ambiente. Ma spesso le buone intenzioni restano intrappolate in meccanismi altamente burocratici e che non rispondono in maniera snella all'attuazione di buone pratiche ecologiste.Oltre alla burocrazia c'è da scontrarsi anche con la "vox populi" secondo la quale Trieste non è città da bicicletta.Certamente non ci confrontiamo con un territorio pianeggiante, ma sono piu' le resistenze psicologiche che quelle fisiche che impediscono di considerare la bicicletta come status symbol della libertà.Soltanto quando l'amministrazione, e le pressioni dei cittadini in questo senso ci sono già, garantirà al ciclista situazioni sicure, protette e confortevoli, ecco che affrontare una salita sarà considerato meno faticoso.

Ad aiutare comunque una città di salite come la nostra, viene in soccorso la bicicletta elettrica. Il comune dovrebbe garantire ai cittadini che acquistano questo tipo di veicoli un contributo.Senza scomodarsi troppo , basta fare riferimento a modelli molto vicini a noi: Monfalcone , dove è stato istituito un servizio di bici a noleggio e il comune di Venezia che sta portando avanti un lavoro eccellente come il Biciplan.

Ma per non fermarsi alla sola bicicletta come unica alternativa al traffico di automobili private (che comunque chi scrive ritiene essere in assoluto l'alternativa piu' ecologica e con il massino di ricadute positive), le soluzioni che la nostra amministrazione può (e deve) adottare per ridurre il problema dell'inquinamento sono anche di altra natura. Potenziamento del trasporto pubblico e garanzia che lo stesso non debba subire i rallentamenti causati dalla convivenza sulle strada con i veicoli privati (vedi fermate degli autobus occupate da auto in sosta vietata o ingorghi che rallentano le corse dei bus), ulteriore chiusura del centro urbano e conseguente pedonalizzazione di più vaste aree, istituzione del car-sharing da parte del comune ed informazione ai cittadini della possibilità di adottare negli spostamenti casa-lavoro il car pooling e , da ultimo, incentivare , come amministrazione comunale, il ricorso ad energie alternative per i veicoli privati e pubblici (metano e ibridi ad elettricità). Questo ultimo punto mi fa spostare l'attenzione dall'inquinamento da automobili ad un più ampio discorso legato all'inquinamento di altre fonti come ad esempio il riscaldamento.

Cambiare modo di vivere nelle città , rendendo più sano, sicuro e piacevole lo spostarsi in centro e in periferia, contaminerebbe anche le altre abitudini dei cittadini.Parlare allora di pannelli solari ed altre forme di energia alternativa non sarebbe più così facilmente etichettabile come un discorso a solo uso di esperti del settore o di ecologisti ,ma diventerebbe l'unico ponte percorribile per ridare senso e valore al vivere nelle città, destinate sempre di più ad essere contenitori nocivi ed inabitabili per bambini, anziani e, in definitiva, per tutti.

Clara Comelli Trieste 09/02/2006