E mentre Benedetto XVI ondeggia tra Dio ed embrione, chi ha la sventura di essere italiano soggetto alla legge 40/2004 ...


 ... e soffre d'infertilità, o di una malattia sessualmente trasmissibile, preleva dal conto corrente e se ne va all'estero. E' stridente lo scarto tra il vissuto dei malati e quella morale cattolica che la Chiesa ribadisce continuamente. Ci si dovrebbe occupare dei malati, ma non si può neppure lasciare spazio sull'etica. Nella tutela ad oltranza dell'embrione, mi sembra che la Chiesa svolga due ragionamenti, ciascuno contraddittorio in sè, che si esprimono talora singolarmente talora connessi tra loro in un inviluppo illogico ed inestricabile che finisce per stringersi attorno e contro la Chiesa stessa.

Entrambe le tesi sottolineano il mistero del tocco della Grazia divina nella gestazione ma si differenziano per l'accento sulla modalità ( ed il momento ) dell'intervento divino: in una si dà più enfasi alla creazione di ogni nuovo essere umano, nell'altra alla preordinazione del genere umano. La prima versione è interpretata molto bene ­ teatralmente quasi ­ dal card. Scola: l'embrione va protetto perché sarà persona; tutti siamo stati embrione, e via slogan­ando. L'embrione va tutelato, nella sua vulnerabilità, in nome di un principio di cautela perché da esso può originare un uomo.

Ma se l'embrione sarà persona, significa che non lo è ancora. ( come per S. Tommaso non è uomo ciò che non ha forma umana ). C'è un prima ( magari brevissimo ), fatto di materia; Dio che riconosce detta materia e la trasforma; il dopo, fatto di materia ed anima, ovvero l'uomo in quanto tale. A questo punto, per onestà intellettuale sarebbe doveroso adoperarsi per definire il limite tra il prima ( embrione-materia ) ed il dopo ( embrione-anima ). Nello spazio temporale precedente all'intervento di Dio, la Chiesa stessa dovrebbe accettare l'abbandono degli embrioni soprannumerari e l'aborto.

Credere, poi, nella distinzione materia-anima implica o far confluire tout-court il cristianesimo nell'animismo ( tutti gli esseri hanno vitalità in quanto dotati di anima ) o stabilire che solo per l'uomo la vitalità del corpo è una cosa mentre l'anima coincide con la manifestazione dell'intelligenza. Questa posizione, se svolta con coerenza logica, entra mor(t)almente in crisi se il corpo è senza un'anima tangibile ( coma vegetativo, ad es. ) all'opposto di chi reclama l'eutanasia, la quale è la rivendicazione ( preventiva col testamento biologico ) ultima di dignità del corpo che non è mai così un non-senso in sè.  

Per superare le contraddizioni implicite più evidenti di questa tesi, vicina alla religiosità popolare, il Papa, con azzardo dogmatico, ha voluto imporre l'idea che l'embrione è sin dall'inizio persona. Siamo così alla seconda tesi, divisa a sua volta in due sottoversioni, pura o "in inviluppo" con la prima appena vista. La versione pura conduce il credente alla lettura realistica del racconto tradizionale della Genesi. Se l'embrione è, con l'incontro dei gameti, sin da subito uomo come può Dio crearlo? Solo in quanto Dio è il Creatore di Adamo ed Eva! Non sono un caso, infatti, i tentativi di mettere in discussione Darwin.

Alla versione "inviluppo", appartiene un importante intervento del Papa del 27 febbraio 2006 presso la Pontificia Accademia per la Vita, riunita in Assemblea sul tema dell'embrione. Nel seguito, ampi stralci in corsivo del discorso papale ( le sottolineature e la numerazione dei paragrafi con citazioni sono mie ).

Il  Papa esordisce affermando che: " né la Sacra Scrittura né la Tradizione cristiana più antica possono contenere trattazioni esplicite del vostro tema. (...) Tuttavia (...) i libri sacri (...) intendono mostrare l'amore di Dio verso ciascun essere umano ancor prima del suo prender forma nel seno della madre". (1)

"Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu venissi alla luce, ti avevo consacrato" (Ger. 1,5).  " Sono parole, queste, che acquistano tutta la loro ricchezza di significato quando si pensa che Dio interviene direttamente nella creazione dell'anima di ogni nuovo essere umano".  (2)

 " L'amore di Dio non fa differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o il giovane, o l'uomo maturo o l'anziano. Non fa differenza perché in ognuno di essi vede l'impronta della propria immagine e somiglianza.( Gn 1,26 ).(3)

 " Questo amore (...) per l'uomo rivela fino a che punto la persona umana sia degna di essere amata (...), indipendentemente da (...) intelligenza, bellezza, salute, giovinezza, integrità e così via. In definitiva, la vita umana è sempre un bene poiché "essa è nel mondo manifestazione di Dio "(Evang. Vitae,34)."(4)

"All'uomo (...) è donata un'altissima dignità (...): nell'uomo, in qualunque stadio o condizione della sua vita, risplende un riflesso della stessa realtà di Dio. Per questo il Magistero della Chiesa ha (...) proclamato il carattere (...)  inviolabile di ogni vita umana, dal suo concepimento sino alla sua fine."(5)

"Questo giudizio morale vale già agli inizi della vita di un embrione, prima ancora che si sia impiantato nel seno materno (...). " la vita umana è sacra e inviolabile in ogni momento della sua esistenza, anche in quello iniziale che precede la nascita " ( Evangelium Vitae, 61 ).(6)

Prosegue il Papa: " L'uomo rimarrà sempre un enigma profondo e impenetrabile. Già nel secolo IV, S. Cirillo di Gerusalemme presentava (Š) la seguente riflessione: " Chi è colui che ha predisposto le cavità dell'utero alla procreazione dei figli? Chi ha animato in esso il feto inanimato? (...) "(7)

Per concludere: " All'inizio del terzo millennio rimangono ancora valide queste considerazioni che si rivolgono non tanto al fenomeno fisico o fisiologico, quanto al suo significato antropologico e metafisico(..)."(8)

"Abbiamo enormemente migliorato le nostre conoscenze (...); ma per l'intelligenza umana sembra sia diventato troppo arduo rendersi conto che, guardando il creato ,ci si incontra con l'impronta del Creatore. ( ...) la ricerca su temi così profondi ci pone nella condizione ( ...) quasi di toccare la mano di Dio ". (9)

Il non contraddittorio con la Chiesa, il cui assenteismo dalle urne del referendum è stato manifestazione palese, rende arduo il commento. Mancano intanto regole linguistiche condivise per un confronto, se si osserva l'utilizzo come sinonimi di termini quali vita umana, essere umano o uomo, persona ( par. 4 ).

Una persona è sicuramente un uomo e vita umana. Ma la vita umana indica una specie distinta dalle  altre ( vegetali o animali ); uomo è l'essere umano in sé ( che pensa se stesso o si pone in relazione a Dio ); persona ( lett. maschera ) è il ruolo giuridico e sociale che ciascuno riveste nei confronti degli altri.  Mi pare che, nella citazione del par. 2, Dio si riferisca al genere umano benché a Dio, infinito, possa certamente essere noto ciascun incrocio del DNA possibile e conoscere, in anticipo, ogni uomo che nascerà. Comunque, se l'embrione è da subito uomo ( 6  ) a cosa serve e che natura ha l'anima?

Il Papa è in bilico. Alla teoria "animista", appartiene l'affermazione: "chi anima il feto inanimato ?".(7) Perché poi solo il sembiante-uomo - e non anche le altre "vite" - dovrebbe costituire la prova " della stessa realtà di Dio "( 5 )? Ciò non è poi in contraddizione con il "creato, impronta del Creatore"? (9) Con la teoria "creazionista" il Papa, nell'ipotesi migliore, rende Dio un osservatore dell'uomo dopo la creazione di Adamo ed Eva. Ma se la prova privilegiata dell'esistenza di Dio è la creazione dell'uomo non sparisce Dio stesso con l'incontrovertibile verità scientifica dell'evoluzione della specie umana?

Mi pare allora proprio vuota di senso, logico e teologico, l'affermazione del Papa ( 3 ) per la quale non c'è differenza tra l'embrione ed il nato ( bambino, giovane, adulto, anziano ) anche se concordo, ovviamente, nel dire che la vita di un uomo ( nato ) ha senso per quello è non per lo stadio successivo in cui evolverà.   Che dire poi dell'intercambiabilità tra l'eguaglianza dell'amore di Dio per il neoconcepito ed il già nato, e l'eguaglianza ( par. 4 ), conforme all'art. 3 della Costituzione, per cui la persona umana ( è chiaro qui che non si parla d'embrione) è degna di essere amata indipendentemente dalle sue caratteristiche?

E' evidente qui l'equivoco sul diverso concetto d'eguaglianza tra individui propugnato dalle religioni e praticato dallo Stato che deflagra nel diritto. Per le religioni, l'eguaglianza tra individui, sciolti l'uno dall'altro, è verso Dio; per lo Stato l'eguaglianza è nella relazione d'equilibrio tra gli individui . La Chiesa per prima sulla base dell'evangelico " date a Cesare..." dovrebbe distinguere tra uomo e persona: verso Dio siamo uomini ( lasciando a Dio decidere come e chi amare ) . Sulla terra, invece, ciascuno è uomo nella sua libertà ma,  tra uomini, diventiamo persone nella legalità del diritto.

Se l'uomo rimarrà sempre un enigma ( 7 ) perché la Chiesa si ostina con risposte spicciole ? Giova ai malati coinvolti dalla legge 40/2004 questo contraddittorio? Forse sì, ma non basta. Cari rosapugnanti, l'obiettivo di eliminare almeno le parti peggiori della legge 40 è lontano, ma non desistiamo!

23/03/2006  Fausto Cadelli