Sulla Juventus: qualche considerazione.


Il calcio è specchio fedele dei vizi che affliggono la società italiana. Traendo spunto dalla vicenda Juventus e profitto dalla futilità del fatto sportivo in sé, si può forse ragionare validamente su tali vizi con più libertà del consueto.

Tifo Juve da sempre e i miei primi ricordi sono di sconfitte cocenti: finali con Ajax ed Indipendiente o il campionato col Torino del 1976. La prima volta allo stadio è stato per un Udinese ­ Juventus 1-3. Quella Juventus fine anni 70 era eccezionale e superiore: eppure allo stadio alcuni tifosi avversari, con mio grande stupore, inveivano contro l'arbitro: " Ecco Agnelli ha regalato all'arbitro la macchina grande, la 131, e a sua moglie la piccola, la 126!". Altri tempi, altre automobili, altra Juve. Ci sono due cose rimaste identiche: la subordinazione delle donne ed il livore antibianconero. Moggi è il cane a terra che mostra la gola indifesa: lo si azzanna, umilia, sbeffeggia, demonizza con l'intento di colpire poi, quanto più possibile, il padrone.

La prima considerazione è che, per troppe persone, la propria essenza si definisce essendo contro qualcosa o qualcuno piuttosto che essendo per qualcosa o qualcuno. La caccia alle streghe nasconde sempre il grande vuoto di chi la conduce. A Tangentopoli non è seguita la seconda Repubblica peggiore della prima? La demonizzazione scatenata dalla sinistra negli ultimi dieci anni verso il leader dell'opposizione e quella opposta del fantasma comunista non sono funzionali a celare l'assoluta mancanza d'idee e di valori per un'autentica alternanza tra una vera sinistra ed una vera destra?

Questo è uno "scandalo" italiano. Non credo che i protagonisti del calcio in Italia, al top, superino il migliaio di unità. E' del tutto normale, quindi, che si conoscano tutti tra loro e si crei quotidianità e perfino amicizia. Ma da qui ai colloqui emersi ne passa. Anche solo i fatti, penalmente irrilevanti, già archiviati dai magistrati di Torino erano idonei per comminare una sanzione etica per i protagonisti ed a provocare una svolta nel costume. Il "nuovo" Moggi ­ cui auguro di dimostrare in diritto la sua innocenza e di ritornare a lavorare ­ ovunque andrà non parlerà più nello stesso modo nè sarà guardato con gli stessi occhi.

La seconda considerazione, allora, è che la vicenda Juventus (le altre squadre coinvolte non contano perché la Juve è la più forte sempre, anche nel male) ci mostra con luminosa evidenza un concetto importantissimo che fatica ad imporsi in altri contesti: etica e legge possono e devono restare separate affinché agiscano più efficacemente ciascuna nel proprio ambito. Voglio rileggere ancora, allora, il tema di fondo della legge 40/2004 sulla PMA. Se quella legge avesse consentito di produrre un numero libero di embrioni ed avesse lasciato libertà di selezione e di scelta sul numero di quelli da impiantare, nulla avrebbe impedito a qualcuno di richiedere l'impianto di tutti e di convincere gli altri a fare altrettanto. La differenza fondamentale tra etica e diritto è che all'etica i soggetti aderiscono liberamente, al diritto obbligatoriamente. Sole se l'etica rimane esterna al diritto può contestarlo rimanendo se stessa: ma se l'etica si fa legge, ovvero acquista l'imperatività del diritto, diventa "immorale" perché perde da subito il suo connotato essenziale di libertà in quanto obbliga i dissenzienti ad aderire ad essa (salva la disobbedienza civile dei dissenzienti alla legge che è comunque una "violenza" al sistema, seppure temporanea, in attesa della presunta pronuncia d'incostituzionalità della legge).

Giorno 13/05 ore 12.48, dichiarazione di D'Ambrosio ex procuratore di Milano, ora senatore Ds:" C'è insomma una forte richiesta di giustizia (...) C'è la stessa sensazione che ci fu quando iniziò l'inchiesta Mani pulite cioè l'atteggiamento di ribellione da parte dei cittadini al mancato rispetto della legalità (...).Può anche non esserci il commissariamento, (della FIGC) importante è che ci sia una punizione esemplare di chi ha sbagliato e le dimissioni di tutti coloro che hanno gestito il mondo del calcio per un rinnovo totale in base ai principi di legalità".

Terza considerazione. Punizione esemplare in base ai principi di legalità? Ovvero, colpirne uno per educarne cento. Un ex procuratore (e quale procuratore poi) che dice queste cose, in nome della legalità... La punizione esemplare non esiste in diritto: esiste nella realtà e si chiama lettera scarlatta, vendetta. Serie B, Serie B Juventus in Serie B si invoca negli stadi; Juventus-Pizzighettone partita di cartello del prossimo campionato. La giustizia sportiva sa essere "esemplarmente" agghiacciante. Un nome? Jonatan Bachini. Un calciatore che ha ammesso di aver sniffato coca per uso personale, lontano dalle partite, senza alcun beneficio in termini di alterazione della prestazione sportiva (come accade con l'epo o gli ormoni della crescita). Ma la "giustizia etica" ha radiato a vita Bachini, un ragazzo di cui nessuno s'interessa. La giustizia etica è questo: gettare nella polvere chi è in alto e sotterrare chi è già a terra. Abolire gli ultimi ed abbattere i primi. Questa è l'Italia che chiude a chiave in carcere a marcire i reietti senza amnistia; è l'Italia dei due pesi e delle due misure. Anche per Andreotti, assolto (e ne sono felice) dall'accusa di mafia ci sarebbe dovuta essere una "giustizia sportiva": la messa al bando dalla politica. Invece, e per fortuna, Andreotti ha concorso all'elezione per la presidenza del Senato. Ma Bachini è Bachini, non merita nulla, colpevole di aver sniffato coca e non Potere.

(suppongo che D'Ambrosio, custode della legalità e senatore, si stia tormentando nel pensare ad otto suoi colleghi eletti ma esclusi dal Senato e sia scoppiato d'indignazione quando uno degli esclusi che protestava dalla tribuna è stato scacciato da un ex-Presidente della Repubblica che lo sfotteva: " La prossima volta si faccia eleggere!" )

La Lega calcio paga gli arbitri, i controllori sono pagati dai controllati. Stupirsi poi se sul campo o fuori del campo, in centro o in periferia, in serie A o in terza categoria, i controllati (ed il pubblico e i signori giornalistiŠ) trattano gli arbitri a pesci in faccia quando non passano direttamente alle vie di fatto? Levata di scudi perché sia fondata una federazione autonoma degli arbitri (pagata da chi, dalla pubblicità? Vedremo...). La GEA gestisce giocatori di più squadre in posizione dominante, la Juventus concede giocatori propri in prestito, ma questo è ... Oddio che vergogna! ... è conflitto d'interessi!

Quarta considerazione. E altrove? A parte il solito conflitto d'interessi di Berlusconi, ma pensiamo al mondo bancario ed a quello assicurativo, la più grande, potente e ramificata oligarchia del nostro paese. Si dà per scontato che la consulenza sia svolta dai venditori dei prodotti di risparmio; l'impudenza è tale che non ci si premura neppure di creare una separazione "formale" tra soggetti. I reclami si sporgono ad organi gestiti dall'Abi stessa o, in altro contesto, gli ordini professionali gestiscono l'azione di responsabilità verso i propri associati. I parlamentari ed i consiglieri regionali, cooptati sulla base di oscuri scambi di potere, ratificano le decisioni assunte altrove da esecutivi arroganti ed autoreferenziali, uccidendo l'ultimo simulacro della separazione dei poteri.

Giorno 13/05 ore 13.54, dichiarazione di Zeffirelli, tifoso della Fiorentina: "Io voglio vedere la Juve in B. E intanto che le sia annullato lo scudetto dell'anno scorso, che è proprio provato che l'ha rubato". E' il commento del regista Franco Zeffirelli (...). Ed aggiunge "che la Juventus è stata la regina della corruzione, noi lo sapevamo tutti".

Quinta considerazione. In Italia o si tace o si maligna, s'insinua di qualcuno e lo s'invita a cena. Se si ha certezza di un'illegalità la si denuncia alla magistratura per non diventarne il complice. (e nessuno può dire che denunciare le eventuali ingiustizie del calcio fosse rischioso come spezzare l'omertà sulla mafia). Sui problemi strutturali ed i nodi etici si sorvola e se proprio tocca dire qualcosa si sceglie l'intrigo piuttosto che a parola, la quale obbliga a pensare ed a svelare se stessi. E' l'Italia che non accetta per principio, a causa di un retaggio cattolico e comunista, che in una società ci possano essere i migliori. Tutti devono essere uguali, ed allora "è proprio provato che sia rubato"..."Io voglio vedere la Juve in B" ­ dice Zeffirelli. Sono vent'anni che ascoltiamo gli imprenditori italiani cercare scuse perché gli imprenditori stranieri sono migliori: i tassi d'interesse al 20%, l'instabilità della lira, l'inflazione, l'IRI, troppo poche svalutazioni!, la scala mobile, i contratti di lavoro, l'ingovernabilità... Arriverà il giorno in cui i nostri imprenditori ammetteranno: gli altri vincono perché sono migliori di noi?

Non si può dire però che i migliori esistono senza nascondere le responsabilità dimostrate dei peggiori. Forse la Juventus è proprio la peggiore. Forse. Ci sono i giudici, chiamati a "fare" giustizia. Giudici che a Torino archiviano, a Napoli parlano di cupola. E' bene ricordare che la frode sportiva non si ha se l'arbitro favorisce in concreto una squadra (anche le decisioni più contestate sono giustificabili in nome della discrezionalità) , ma nel momento in cui l'arbitro, dietro minaccia o compenso, si rende disponibile a farlo. Insomma, bisogna trovare "la pistola fumante": la prova. Può essere prova l'infinita arroganza infantile di chi "chiude" l'arbitro nello stanzino? (ci sono arbitri picchiati, fuggiti nelle volanti della polizia...) Stanzino che diventa, nell'ipotesi accusatoria, il luogo di detenzione di "un sequestro di persona in concorso". E qui inizio a preoccuparmi, e a sentire puzza di teorema. Non bastasse, il giudice di Napoli, al posto di cercare di porre un freno all'indecorosa fuga di notizie che promana dal suo ufficio, rilascia interviste. Giorno 14/05, intervista al pm di Napoli: " Mi sembra di respirare un clima diverso dal passato (...)

Non si può affermare, banalmente, che dalle indagini stanno venendo fuori cose note da dieci anni. Il mondo dello sport, se vuole fare pulizia al proprio interno, dovrebbe interessarsi alle sorti di questa indagine. Non è più tempo di chiacchiere. Chi è a conoscenza di episodi rilevanti deve presentarsi dai magistrati per mettere a verbale fatti concreti e non frasi di circostanza. Questa è un'opportunità unica. Posso ricordare che negli atti già noti si fa riferimento al rocambolesco finale del campionato 1999-2000. Esiste un'intercettazione nella quale uno dei protagonisti spiega che era già tutto pronto e che solo l'imprevisto clamore suscitato da un singolo episodio (il gol annullato al Parma dall'arbitro De Santis) determinò un esito diverso da quello voluto."

La sesta considerazione . Che cosa significa che chi sa deve presentarsi ai magistrati perché è un'opportunità unica? E' una minaccia con promessa di sconto pena o è una richiesta d'aiuto per l'inchiesta in corso? Questi giudici stanno, con soldi pubblici, indagando da tre anni ed intercettando da uno (10 carabinieri impegnati 24 ore su 24 per otto mesi solo sull'utenza di Moggi) . I casi sono due: se hanno prove verso altri indagati hanno il dovere di agire, non d'invitarli a cogliere Šl'opportunità unicaŠ della giustizia in saldo. Oppure, non avendo prove a sufficienza sperano che qualcuno "verbalizzi" qualcosa, fosse pure solo "si dice" o veleno? Siamo a metà strada tra il rito dell'utodafè con indulgenze ed il solito pasticcio della giustizia italiana. Quanto al campionato 1999-2000 siamo infatti all'assurdo. Vinse la Lazio per un punto all'ultima giornata perché la Juventus, arbitrata dall'ottimo Collina, perse l'ultima partita, dopo un diluvio eccezionale su un campo impraticabile, ma non per i nostri avversari. I casi sono sempre due: o si sostiene che i mestatori, pentiti per l'aiuto indecoroso della Juventus col Parma, concepirono l'astuto piano di far diluviare oppure si sostiene che abbandonarono la Juventus al suo destino e la medesima, guarda caso non aiutata, fu sconfitta. Elementare Watson. Ma come, e la cupola? E l'associazione a delinquere? E la coazione ad agire? Tutto svanito?

Settima (ed ultima) considerazione. La Juventus sia punita, se lo merita. Ma non dimentichiamoci delle ingiustizie più gravi, quelle che avvengono alla luce del sole cui siamo assuefatti. Prendiamo il doping amministrativo. I debiti scaricati sugli azionisti e la contabilità allegra sono la conseguenza di investimenti e stipendi fuori mercato, pagati da società ricche in conto capitale. Ma ancorchè ci sia un'evidente differenza tra chi utilizza denari propri e quelli altrui, in ogni caso il livello degli stipendi e la faraonicità delle rose non sono per nulla etiche. In ciò la Juventus non c'entra nulla: nell'ultimo decennio la proprietà non ha investito ed i bilanci sono stati chiusi in utile, nonostante i munifici contratti pubblicitari, soltanto accontentandosi di rose di giocatori di qualità ma ristrette numericamente. Talune sconfitte (Coppa dei Campioni, soprattutto) sono addebitabili proprio alla mancanza di ricambio nel corso della stagione. E neppure la Juventus si è avvalsa dell'ignobile legge salvacalcio, la legge illegale che ha consentito di contabilizzare i debiti in deroga alle norme civilistiche, falsando la concorrenza in origine, e di conseguenza influenzando anche oggettivamente i risultati. Mi auguro che il giudice, verso la Juventus, non provveda a rendere "illegale la legge" col grottesco della giustizia, con le punizioni "esemplari" alla D'Ambrosio che condannano gli innocenti (talvolta assolvono i colpevoli) e non consentono, nell'orgia dei sospetti, che le cose possano cambiare. Come il processo per doping di Torino, per il quale la Juventus è al momento assolta in Appello perché " il fatto non era previsto dalla legge come reato". Tempo perso, fatica e polemiche sprecate. Certo manca la Cassazione, ma intanto neppure una parola è stata spesa e nulla è stato fatto per un progetto che, a livello europeo, limiti il numero di partite giocate in un anno, per salvaguardare la salute dei calciatori e stroncare il rischio di pratiche illegali di sostegno psicofisico.

Ho paura che tutto finisca male, all'italiana. Ho paura che la mia Juve sia spedita "esemplarmente" in serie B. Ho paura che la Juventus ceda alla peggiore tra le tentazioni, quella di restituire lo scudetto come suggerisce Francesco Merlo su Repubblica. Restituire spontaneamente lo scudetto sarebbe solo un modo aristocratico ed anticostituzionale di sottrarsi alla giustizia. No, invece, la Juventus deve accettare sia a giustizia che la vendetta. Mi si perdonerà quello che sto per dire, ed è solo un paragone per farmi capire: Cristo non poteva salvare il mondo dalla morte se si fosse ucciso ma solo se fosse stato ucciso. La Juventus deve subire l'eventuale retrocessione, ed in un certo senso mi auguro che accada. Affinché i nostri avversari capiscano, finalmente, che gli scudetti assegnati senza la Juventus non valgono nulla; affinché prendano coscienza che c'è il vuoto dietro le scuse di chi non accetta per principio la vittoria altrui. Il vero scudetto, con una Seria A senza Juventus, sarebbe la Coppa Italia. Volete lo scudetto? Prendetelo, se vi spetta dopo che avrete disegnato a lungo accovacciati sulla sabbia, purchè non si finga che tutto deve cambiare perché tutto resti come prima. Ed il cane?

"Annetta" disse " questo cane è diventato veramente troppo tarlato e polveroso. Portatelo via, buttatelo". Mentre la carcassa veniva trascinata via gli occhi di vetro la fissarono con l'umile rimprovero delle cose che si scartano, che si vogliono annullare. Pochi minuti dopo quel che rimaneva di Bendicò venne buttato in un angolo del cortile che l'immondezzaro visitava ogni giorno: durante il volo dalla finestra la sua forma si ricompose un istante; si sarebbe potuto vedere danzare nell'aria un quadrupede dai lunghi baffi e l'anteriore destro alzato sembrava imprecare. Poi tutto trovò pace in un mucchietto di polvere livida. " (Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo)

Treiste, 17 maggio 2006

Fausto Cadelli