CADELLI: La contro-evoluzione del bradipardo...


Sono d'accordo con l'assunto dell'articolo di Mendizza del 7 marzo u.s., espresso anche da Aldo Busi nella sua recente "rosapugnante" manifestazione  d'intenti: libertà civili ed economiche sono inscindibili perché germinano da un unico principio "fertilizzando" la società ( se ce la faremo ).  Condivido in pieno la necessità d'immettere più benzina ( o energia ibrida? ) liberista nel motore del centrosinistra.  Prima però bisogna vincere, e vincere bene. Cioè con i voti e, soprattutto, non con le promesse delle ricette miracolose ma l'impegno delle proposte concrete.

Concreti sono i fatti che sono tali se hanno una dimensione nello spazio e nel tempo. Le proposte politiche, se vogliono essere oneste, devono essere specificate nel come e nel quando. Una proposta lacunosa nei tempi illude, la disillusione crea la futura sconfitta, la sconfitta l'inutilità della lotta.  Dopo la vittoria elettorale ( per nulla scontata  ) si dovrà ri-vincere subito, nel senso di gettare le basi della continuità dopo l'alternanza. I miracoli non esistono; la "rivoluzione" liberale, se attuata in economia, avrà risultati duraturi ma tempi lunghi d'attivazione.

I tempi delle libertà civili e quelli delle libertà economiche sono del tutto diversi. Le libertà civili, se realizzate, generano subito il consenso di chi le richiedeva per necessità propria o di chi solo le condivide come principio ( PACS, abolizione concordato, incostituzionalità della legge 40).  Ma gli investimenti nella ricerca o nelle fonti d'energia sono tipicamente di lungo periodo. Come le proposte avanzate su www.radicalifvg.it di riforma del sistema previdenziale o di trasformare la Provincia da ente politico, con elezioni e prebende, ad ente amministrativo di programmazione.

 L'Italia è un paese che, salvo rare eccezioni, non riesce ad essere né razionale né ateo né credente ma preferisce cedere alla suggestione. Nemmeno involontariamente dobbiamo consegnare la rivoluzione liberale alla demagogia lasciandola (s)cadere nel pentolone delle pozioni magiche.  Il rischio è di essere interpretati nel senso illusorio che le recessioni si evitano promuovendo la scuola pubblica, l'università, i pannelli solari... Certo, un'economia più flessibile ( e con management più preparato ) sarà più pronta a reagire alle crisi o a sfruttare il vento della ripresa.  

 Ma l'abolizione degli ordini professionali, bilanciato da un autentico controllo di legalità, può incrementare il p.i.l. senza che sia rimossa la cappa di burocratizzazione per la cui risoluzione cittadini ed imprese sostengono il gravoso costo di ( almeno alcuni ) ordini professionali?  L'obiettivo di risparmiare sull'energia sfruttando le risorse naturali disponibili è fondamentale. Ma per realizzarlo (a parte i costi ) occorre specificare che i tempi ingloberebbero almeno due recessioni ed altrettante stagioni di promesse e disillusioni. ( e alternanze di governo? )

Ancora: la riduzione del costo, come principio d'efficienza,  giustifica in pieno la delocalizzazione delle produzioni ( col danno per l'occupazione locale ). Ma è giusto consentire poi di vendere con marchio di prestigio e prezzi "Made in Italy " prodotti di qualità effettiva " Made in China"?   Ecco allora che un'istanza politica grezza ( i dazi contro la Cina ) in realtà riflette il bisogno di ripartire equamente tra tutti i vantaggi della globalizzazione, con prezzi di vendita coerenti alla qualità "di produzione" del marchio ( ed ai redditi ). Problemi, idee: occorrono tempi adeguati.

Insomma, si tratta di "vendere" ( non taroccare alla Berlusconi ) le scelte politiche ai cittadini nei contenuti e nei tempi corretti, di farle adottare per la loro giustezza non per la promessa del risultato immediato, neutralizzando il rischio d'attirarci il: " piove, governo ladro".  Nell'augurare all'Italia che si realizzi l'alternanza al centro-destra noto, rifacendomi al video Bonino-Boselli  ricevuto per posta elettronica, che non essendoci leader di cui essere fieri i cittadini non li rivotano e perciò, per ora ,  li alternano ( con gli scongiuri per il 9/10 aprile ).

 Diamoci subito da fare, "rosapugnando" a livello locale e nazionale, perché i nostri temi abbiano più spazio e si prepari il terreno affinché Bonino sia, con naturalezza, richiesta di succedere a Prodi per un decennio di riforme: il tempo minimo per la contro-evoluzione del bradipardo!

10 marzo 2006 Fausto Cadelli