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Il Piccolo 11-06-2002

Il candidato del Centrosinistra vince il ballottaggio con soli 28 voti rispetto all'avversario. La città si appresta a vivere una svolta storica

Brancati: «Farò di Gorizia il centro dell'Europa»

«Il segreto del mio successo è stato credere nel contatto con la gente». Grande festa fino a notte

«Si, sono soddisfatto di essere il primo sindaco di Gorizia del Centrosinistra. È una vittoria che ripaga tutta la coalizione del lavoro fatto, ma è una vittoria che darà di nuovo slancio alla città»: sono le prime dichiarazioni di Vittorio Brancati, da pochi minuti nuovo sindaco di Gorizia. Ha battuto sul filo di lana dopo una lunga volata Guido Germano Pettarin. Solo 28 voti li dividono, un'inezia, ma sono 28 voti che appartengono alla storia. Perché il successo di Brancati e del Centrosinistra è un fatto storico. La città, fortemente caratterizzata per la sua anima moderata, ha deciso di voltare pagina e di guardare avanti affidando per la prima volta l'amministrazione del Comune a un raggruppamento dove sono presenti i moderati della Margherita ma anche i diesse e Rifondazione comunista.

«Ringrazio la città - ha detto Brancati - per aver compreso il progetto che ho presentato in campagna elettorale per creare una nuova prospettiva di sviluppo della città in vista dei prossimi appuntamenti con l'Europa che si allarga ad Est. Questa città può diventare un punto centrale della nuova Europa». Qual è stato il motivo di questa vittoria, che nessuno dava per scontata? Brancati ha dovuto ripartire in salita per cercare, e vi è riuscito, di superare l'handicap dell'apparentamento della Lista Scarano con la Casa delle libertà. «Ho battuto casa per casa - dice - ho cercato un modo diverso di rapportarmi con la gente. Ho creduto nel contatto con la gente per spiegare i miei progetti, ma capire anche le loro istanze».

E ora? «Dai miei avversari c'è stato solo un ripetere di rancori, di odi e di divisioni - aggiunge Brancati - E la città con il voto di oggi (ieri, ndr) ha invece dato un segnale diverso. Oggi bisogna creare la base per riaggregare la città, tutte le sue componenti, tutte le risorse più importanti per affrontare le sfide del futuro».

«È una vittoria straordinaria», si lascia scappare. Non aveva lasciato nulla di intentato durante la campagna elettorale, 15 comizi al giorno, 90 in una settimana pur di battere Pettarin. Ieri pomeriggio, quando la televisione aveva reso noto il sondaggio che lo dava alla pari con Pettarin, il suo commento era stato di relativa soddisfazione. «È già tanto», si era lasciato scappare. Poi, man mano che Internet snoccialava i risultati delle varie sezioni, la speranza di vincere cresceva. Mancavano i risultati di cinque seggi e Brancati era in vantaggio di 200 voti, vantaggio che scemava fino a +92 quando mancava un seggio solo, il numero 28 di via Diaz, il seggio dove aveva votato Valenti.

Mentre nella piccola sede dell'Ulivo si trepida e si spera, Brancati sospira: «A questo punto mi secca perdere per 50 voti». Invece alle 16.34 arriva, atteso e temuto, il risultato dell'ultima sezione e c'è un solo grande urlo: «Vittoria». Brancati s'alza dalla sedia, alza i pugni al cielo, viene sommerso dagli abbracci. Rupeni, lo sconfitto di quattro anni fa, esulta: «Gorizia, tu sia benedetta» Pochi metri più in là, la sede di Forza Italia è quasi vuota. Un paio di persone, la sempre presente Renata Donati, ma nessun big, sono i testimoni di una cocente sconfitta. Tacciono le forze del Centrodestra, mentre fino a tarda notte Brancati e il popolo del Centrosinistra ha festeggiato in piazza Vittoria l'inaspettato ma per questo più significativo successo.

Franco Femia